T come… Trauma

Da Racheleceschin

Ecco cosa dice Wikipedia a proposito del trauma:

“L’evento traumatico può essere di qualsiasi tipo; esso solitamente implica l’esperienza di un senso di impotenza e vulnerabilità a fronte di una minaccia, soggettiva o oggettiva, che può riguardare l’integrità e condizione fisica della persona, il contatto con la morte oppure elementi della realtà da cui dipende il suo senso di sicurezza psicologica.”

Solitamente quando si parla di trauma si pensa all’abuso, la violenza sessuale, il bullismo, la violenza domestica, il lutto, la malattia, gli incidenti, la violenza verbale, fisica o la sua minaccia, altre violazioni o perdite di sicurezze personali. Ma non è tutto, anche l’assistere a questi fatti può costituire un evento traumatico. Non so voi ma la mia sensazione è quella di essere circondata da eventi potenzialmente traumatici.

Ma cosa rende un evento traumatico? Perché alcuni reduci di guerra presentano dei disturbi post traumatici da stress e altri no? Perché un bambino subisce inerme una violenza protratta nel tempo e altri reagiscono?

Di fatto, pensare che un evento sia traumatico di per sé è errato. Proviamo con un esempio: paragoniamo l’essere umano all’asfalto, esposto a tipi diversi di agenti esterni. Usare un’immagine così semplice è riduttivo, ma rende l’idea delle piccole crepe che possono essere presenti nella costruzione della nostra identità, nel nostro senso di amabilità e valore personale, nella rappresentazione di noi stessi come forti e capaci. Crescere e raggiungere l’età adulta senza crepe è un’impresa davvero difficile, ciascuno di noi ha delle ferite più o meno profonde e ciascuno di noi ha escogitato strategie per conviverci e andare avanti, proteggendosi come può, o come ha imparato.

Ora immaginiamo che la crepa, ad esempio quella della foto, in origine fosse una piccola fessura. Quel piccolo spazio si presta a raccogliere tutto ciò che passando si depositerà. La superficie liscia e compatta permette agli agenti esterni di scivolarci sopra, ma la fessura accumulerà diverse cose: terra, sassolini, animaletti, sporcizia. Di per se queste cose non sembrano pericolose, ma se iniziasse a piovere e la temperatura scendesse sotto lo zero quella fessura sarebbe destinata ad allargarsi fino a diventare una vera e propria crepa, dissestando il terreno e rendendo così meno agibile il passaggio. Ecco come un evento, di per sé poco pericoloso, combinato con una serie di situazioni, può risultare traumatico.

L’immagine dell’asfalto può sembrare la meno adatta a rappresentare un sistema fragile perché nell’immaginario lo associamo a solidità e rigidità. In realtà, quando parliamo di trauma e di salute mentale, la rigidità e l’apparente solidità di un sistema sono fattori che aumentano molto il rischio di scompenso. La chiave sta proprio nel rendere un sistema il più flessibile possibile, in modo che sia in grado di adattarsi ad ogni tipo di agente esterno e riorganizzarsi al suo interno impedendo così al vissuto di diventare traumatico.

Quindi se mi accorgo della presenza di una piccola crepa, posso fare qualcosa prima che sia troppo tardi, proteggendola e proteggendomi come meglio posso.

Come posso proteggermi?

La consistenza e il grado dell’esperienza traumatica dipendono dalla vulnerabilità e dalla resilienza individuale. In fisica, la resilienza è la capacità di un materiale di resistere ad un urto improvviso senza spezzarsi ed è importante per prevedere come un materiale si comporta se sottoposto a sollecitazioni applicate in un modo brusco e improvviso come, per l’appunto, un trauma. La parola resilienza è stata introdotta in psicologia per indicare la capacità umana di reagire a eventi spiacevoli, un insieme di caratteristiche di personalità  che permettono all’ individuo di reagire agli eventi di vita. La possibilità di resilienza è influenzata dalla capacità di attingere alle proprie risorse personali, risorse che spesso si ignora di possedere o di aver messo in atto.

Di fatto, non c’è nessuna causalità lineare (causa-effetto) che mi assicura che una piccola ferita diventerà un trauma, però ne aumenta il rischio. E’ altrettanto vero però che se conosciamo bene le nostre ferite, nel tentativo di prendercene cura, potrebbe accadere qualcosa di inaspettato e meraviglioso: da quella ferita rimarginata potrebbe nascere qualcosa di prezioso e, quello che in partenza poteva essere un fattore di rischio  per la nostra salute, un domani potrebbe essere una risorsa di inestimabile valore.

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