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Taare Zameen Par: Every Child Is Special - Stelle sulla terra
Creato il 03 dicembre 2011 da RobydickIl tema della Disabilità mi trova sensibile sempre. Recentemente ho visto anche un ottimo corto a riguardo, qua passato inosservato: "Cierresse". Questo però non mi rende meno selettivo, anzi! Ebbene, questo che a un occhio superficiale può sembrare uno dei tanti "filmetti strappalacrime", della infinita esondazione di "melassa" che proviene dalla c.d. Bollywood, e che me lo aveva fatto apparire tale tanto da tardarne la visione sine die, è stato una grande rivelazione! Prima un po' di sinossi, poi spiego perché è finito nel mio Olimpo personale...
La trama essenziale di wiki è più che sufficiente e, una volta tanto, non spoilera il finale: "Ishaan Nandkishore Awasthi (Darsheel Safary) è un bambino di otto anni con grandi difficoltà a scuola. Ripete la terza classe e ogni materia rappresenta un problema. Dopo un incontro con gli insegnanti, i genitori decidono di iscrivere il bambino in un collegio dove diventa amico di Rajan Damodran (Tanay Chheda), il migliore studente della classe. Anche nel nuovo istituto il bambino non riesce però a fare progressi, fino all'arrivo di un nuovo maestro di arte, Ram Shankar Nikumbh o "Nikumbh Sir" (Aamir Khan). Il docente si rende subito conto che Ishaan è affetto da dislessia e contemporaneamente rimane profondamente colpito dalla creatività e dal talento che il bambino dimostra nel disegno. Decide dunque di prendersi personalmente cura del bambino.".
Questo film è molto noto a chi s'interessa di uno dei disturbi dell'apprendimento più diffusi: la Dislessia. Indipendentemente dall'espediente narrativo il film a me è apparso perfetto nel descriverla, nel mostrarne i sintomi, i problemi a cui può andare incontro un bambino che ne è affetto e come se ne può uscire, o meglio, come si può ovviare al deficit con tecniche d'insegnamento differenziate riducendone se non annullandone gli effetti negativi. Basta guardarlo e poi leggere con un po' di attenzione la pagina wiki che ne parla.
Non è frutto del caso. Leggete anche nel sito ufficiale com'è nato questo film, e poi che gran personaggio che è il regista, Aamir Khan. Ad oggi è la sua unica opera da regista, ma è anche attore fin da bambino, produttore e sceneggiatore. Il film se l'è fatto interamente, con tutte e 4 le sue professionalità al servizio di un progetto al quale ha creduto fortemente e per il quale s'è informato molto sul campo. Hanno infatti collaborato 2 coniugi, Amole Gupte e la moglie Deepa Bhatia, che si occupano d'infanzia, e l'han fatto sia con competenza che con tanta passione al punto di superare quanto richiesto loro, seguendo tutta la produzione del film, persino valutando le belle musiche che l'accompagnano (composte dal trio Shankar-Ehsaan-Loy). Certo, l'idea di partenza era dello stesso Amole, scritta da lui, poi proposta a Aamir, e quindi possono quasi considerarsi co-registi. Questa virtuosa collaborazione ha impiegato 3 anni a dare i suoi frutti e ne è valsa la pena. Pluripremiato (Filmfare 2008 Miglior Film Award e il National Film Award 2008 come miglior film sul benessere della famiglia), il film è stato trasmesso lo scorso anno dalla Rai, in una versione che dura circa 2 ore, quella che ho visto anch'io, mentre l'originale è di ben 165 minuti. Agli specialisti del settore consiglio vivamente di trovare il dvd, cosa che farò anch'io presto. Conterrà sicuramente ulteriori immagini di lacrime e commozioni in più, evitabili, probabile però ci siano altre scene invece di scientifica rilevanza, ergo val la pena acquistarlo. Intanto, per parlarne "cinefilamente", quanto ho visto è più che bastante.
Mica è vietato dal medico guardare film che fan piangere dall'emozione! A me girano di brutto quando questo avviene per favolette idiote, spiritelli del menga, boiate che nella stragrande maggioranza dei casi sono "oppio per popolino", che trovo fin diseducative. Qua non è così...
Insertato di tanti buoni sentimenti, inquadrature commoventi, momenti di solitudine e raccoglimento in abbondanza, scene familiari cattive ma non troppo, la vicenda è narrata con delicatezza senza per questo risparmiare i momenti più duri, o la difficile "conversione morale" della famiglia e degli insegnanti. C'è tutto insomma, compreso un'amarissimo periodo di depressione del bambino che fa temere il peggio. Il finale grandioso, con la gara collettiva di pittura, all'aperto, è di grandissimo effetto scenico e contiene punte di umorismo irresistibili, ecco perché ho "premiato" il film anche col tag "commedia", se lo merita. Manca il "cattivo" vero, ma serviva? La storia è plausibile, fortunatamente non è detto che nella vita si debba avere a che fare con teste di cazzo ad ogni costo. S'è mostrata una vicenda positiva ma non per questo irreale. Non ci sono angioletti o spiritello del belino, solo persone che fanno sforzi, che imparano a cambiare idea senza ostinarsi, che dialogano, che si comportano come si deve. E' possibile.
Altri inserti molto belli sono i pezzi animati, e non hanno il solo fine di accattivarsi il pubblico infantile, al quale per altro è anche rivolto il film. Straordinarie sono, ad esempio, 2 animazioni che mi faranno ricordare per sempre il film. In una, in un momento ancora drammatico, vediamo il bambino che guarda una tavola scritta dove le lettere e i numeri danzano, non stanno fermi, e la confusione regna sovrana, una "b" e una "d" sono la stessa cosa, semplicemente rivoltate e quindi indistinguibili. L'altra formidabile animazione descrive la fase creativa di Ishaan al concorso di pittura, una serie di colori e figure indefinite in movimento che andranno a comporre un quadro meraviglioso.
Non ho detto molto della trama del film effettivamente, forse meglio così. Mi sono occupato più di predisporre ed incoraggiarne la visione, credo sia meglio. Termino con una nota di possibile "dolenza", ma necessaria. C'è un paio di rischi insiti in questo genere di film. La colpa non è loro, è di chi li guarda, intendiamoci, e vorrei mettere in guardia.
Come sempre, e a maggior ragione per la disfunzione in oggetto, guai, guai a generalizzare. La dislessia ha veramente infinite sfumature e gradi di gravità. Nel film si spiega come sia accompagnata da difficoltà nel percepire correttamente e contemporaneamente dimensione - distanza - velocità. Ci possono essere come effetto anche la difficoltà a fare le scale, a evitare ostacoli camminando o peggio correndo. Non sempre. Questo è comunque il rischio minore.
Il rischio maggiore è che questi film possono anche dare una visione distorta se male interpretati. Stiamo sempre attenti a non cercare nei disabili di questo tipo, cosa che spesso accade anche con gli autistici, talenti esagerati in qualche arte o scienza. Non è per niente una regola! Sarebbe un altro handicap che va a sommarsi richiedere loro questo! Quindi va bene, cerchiamo il talento, valorizziamo il disabile così come dovremmo fare con qualsiasi "abile": là dove può dare il meglio aiutiamolo, nell'autostima, MA non partiamo dal presupposto che debba eccellere, in valore assoluto, in qualcosa. Non è cosi nella stragrande maggioranza dei casi, non è necessario, non serve. Nel film vengono citati casi eccellenti: Einstein, Leonardo da Vinci, Edison, Picasso che non ha mai capito il numero 7, Walt Disney che s'inventò i cartoni perché odiava l'alfabeto, Agatha Christie. Serviranno al maestro per incoraggiare il bambino e Aprire la mente agli altri alunni, sarebbe un guaio se l'effetto fosse poi Richiuderla su errate aspettative.
Bellissimo e adatto a tutti, drammatico e divertente, commovente con grandi scene, colorato e istruttivo. Ha visto la collaborazione di numerose famiglie con relativi figli, insegnanti e operatori del settore educazione.
Da vedere.
Robydick
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