Se c’è un argomento che va trattato con guanti di pile è il Medio Oriente. Per quanto ci riguarda, avendo visto molto da vicino, qualche tempo fa, qual è la realtà vera e non quella raccontata pro domo di qualcuno dai giornali e dalle televisioni, il rischio che potremmo correre è lo stesso di Piergiorgio Odifreddi, che si è visto censurare, non da Maurizio Belpietro, ma da Ezio Mauro, il post che aveva scritto sulla situazione attuale di quella travagliata parte del mondo. Il che, se ci permettete, la dice lunga su quanto la lobby ebraica italiana conti anche dentro laRepubblica di Carlo De Benedetti. La nostra posizione è nota. L’abbiamo scritta in decine di post e riaffermata in interminabili discussioni con amici, parenti e semplici conoscenti. Lontani anni luce da qualsiasi pratica anti-ebraica, abbiamo sempre dichiarato senza peli sulla lingua né calli sulle dita, il nostro anti-sionismo. A chi non capisce la differenza, e sono in molti, rimandiamo l’approfondimento dell’argomento ai libri di storia o, più semplicemente, a Wikipedia: non sia mai che il contatto con la carta causi qualche fastidiosa allergia. Incomprensibile l’atteggiamento di Ezio Mauro e, soprattutto, schizofrenico e fastidioso il ragionare con due pesi e due misure quando si parla di Iran e quando di parla di Israele. Se è vero che nel caso di Ahmadinejad i giornalisti di Repubblica (e dell’Espresso) hanno potuto fare tranquillamente ricorso alla reductio ad Hitlerum, senza che nessuno si scandalizzasse più di tanto, lo stesso non si può dire per il rapporto matematico di Piergiorgio Odifreddi fra i soldati israeliani uccisi e i palestinesi bombardati, ben più alto dell’ormai famigerato 1 a 10 di nazistica memoria. Guai paragonare la politica di Netanyahu a quella del Terzo Reich, perché il rischio di essere lapidati è altissimo. Che poi Odifreddi ribadisca che quella sionista è una specie di vendetta per la shoa, messa in pratica contro il popolo palestinese è una vera e propria bestemmia da punire con la censura. Resta, incontrovertibile, il fatto che a Gaza si muore. Che sotto i bombardamenti periscono donne e bambini, vecchi e paraplegici. Che gli stermini, da Sabra e Chatila in avanti, sono diventati anche strumenti di propaganda elettorale, visto che i responsabili sono stati addirittura promossi primi ministri. Pensavamo, noi poveri illusi, che il giornalismo fosse ancora un lavoro che permettesse di informare. Lo è, basta non calpestare interessi di parte o ideali altri, basta non dire la verità né disturbare il manovratore, soprattutto se ha i nervi scoperti.
Magazine Politica
Tabù informazione per il Medio Oriente. Chi disturba il manovratore viene censurato.
Creato il 21 novembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Se c’è un argomento che va trattato con guanti di pile è il Medio Oriente. Per quanto ci riguarda, avendo visto molto da vicino, qualche tempo fa, qual è la realtà vera e non quella raccontata pro domo di qualcuno dai giornali e dalle televisioni, il rischio che potremmo correre è lo stesso di Piergiorgio Odifreddi, che si è visto censurare, non da Maurizio Belpietro, ma da Ezio Mauro, il post che aveva scritto sulla situazione attuale di quella travagliata parte del mondo. Il che, se ci permettete, la dice lunga su quanto la lobby ebraica italiana conti anche dentro laRepubblica di Carlo De Benedetti. La nostra posizione è nota. L’abbiamo scritta in decine di post e riaffermata in interminabili discussioni con amici, parenti e semplici conoscenti. Lontani anni luce da qualsiasi pratica anti-ebraica, abbiamo sempre dichiarato senza peli sulla lingua né calli sulle dita, il nostro anti-sionismo. A chi non capisce la differenza, e sono in molti, rimandiamo l’approfondimento dell’argomento ai libri di storia o, più semplicemente, a Wikipedia: non sia mai che il contatto con la carta causi qualche fastidiosa allergia. Incomprensibile l’atteggiamento di Ezio Mauro e, soprattutto, schizofrenico e fastidioso il ragionare con due pesi e due misure quando si parla di Iran e quando di parla di Israele. Se è vero che nel caso di Ahmadinejad i giornalisti di Repubblica (e dell’Espresso) hanno potuto fare tranquillamente ricorso alla reductio ad Hitlerum, senza che nessuno si scandalizzasse più di tanto, lo stesso non si può dire per il rapporto matematico di Piergiorgio Odifreddi fra i soldati israeliani uccisi e i palestinesi bombardati, ben più alto dell’ormai famigerato 1 a 10 di nazistica memoria. Guai paragonare la politica di Netanyahu a quella del Terzo Reich, perché il rischio di essere lapidati è altissimo. Che poi Odifreddi ribadisca che quella sionista è una specie di vendetta per la shoa, messa in pratica contro il popolo palestinese è una vera e propria bestemmia da punire con la censura. Resta, incontrovertibile, il fatto che a Gaza si muore. Che sotto i bombardamenti periscono donne e bambini, vecchi e paraplegici. Che gli stermini, da Sabra e Chatila in avanti, sono diventati anche strumenti di propaganda elettorale, visto che i responsabili sono stati addirittura promossi primi ministri. Pensavamo, noi poveri illusi, che il giornalismo fosse ancora un lavoro che permettesse di informare. Lo è, basta non calpestare interessi di parte o ideali altri, basta non dire la verità né disturbare il manovratore, soprattutto se ha i nervi scoperti.
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