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Tacchi a spillo

Creato il 16 luglio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

Tacchi a spillo
No, non l’ho dimenticata la promessa, quella della sposa. Una pazzia sarebbe: un matrimonio per procura, e chissà come inizierebbe. E chissà come finirebbe. Ma le pazzie, spesse volte, sono la spontaneità incarnata, la dannazione, la felicità. Il problema è che il mondo non è per i pazzi; i pochi che (soprav)vivono non incontrano mai, o quasi, qualcuno altrettanto pazzo da seguirli… Sino in fondo. Ma proprio qui sta la loro originalità irripetibile: solo un personaggio nomato “nessuno” osa seguirli fino alle estreme conseguenze della pazzia.

Chissà perché le donne migliori si legano sempre a uomini che non le meritano. E’ questo inquietante interrogativo che sempre mi sono posto. Ho visto donne legate ai loro tacchi alti spezzarsi una caviglia, risollevarsi, e dire che non era niente di che, ma che poi, in silenzio, nella toilette delle signore, vomitavano sangue. E ho visto donne sicure di sé stesse, ma così sicure che per loro la vita era tutto un codice binario. E ho visto i confini d’una donna che pensava che il mondo fosse ai suoi piedi: peccato che il mondo, nonostante tutti i danari e gli spasimanti, lo dovesse camminare pure lei coi suoi piedi… fare un passo dopo l’altro… stare attenta a non inciampare, a non rompersi il tacco della scarpetta di Cenerentola… e non pestare i piedi altrui, soprattutto. Ho visto donne e ancora donne, e alla fine ho visto gli uomini e le donne insieme, ma divisi, come se fossero due mondi a parte. Ho visto l’insicurezza camminare sui tacchi alti. E ho visto quella che camminava a piedi nudi su ciottoli di vetro tagliente. Ho visto la santità delle piaghe umane in chi usava i tacchi, e in chi camminava a piedi nudi. Ho visto troppo. Ho visto niente. Ma credo che non ci sia bisogno di nutrire paura, perché questa non esiste in chi nulla teme. Ma si teme di non temere. Ah, serpente che si morde la coda e s’avvelena di suo! Ho visto acconciature alte come la torre di Babilonia. Ho visto donne tagliare i lunghi cernecchi alla prima delusione amorosa. Ho visto capelli al vento. Ho visto cambiare colore ai capelli, ma il cervello, quello, rimaneva sempre lo stesso. Ho visto donne truccarsi e struccarsi in una lacrima di Pierrot. Ho visto il mondo rovinare in un rossetto e in un po’ di fard, il deserto e l’assassino dietro le dune. Ho visto un culo grande e flaccido, e uno a cuore. Ho visto sculettare. Ho visto lacrime sputate dal cielo nel cuore di Verlaine. Ho visto le scale di Eliot, e la geometria della parola ‘amore’. E a nulla è valso sapere che la parola è parola se costretta nella geometria d’un’etichetta maledetta o divina. Ho visto Ava Adore, l’Alfa & l’Omega e i bastioni di Orione; e una colomba che fuggiva via con la vita che l’uomo non poteva più resistere nella sua determinazione. Ho visto che la vita è triste, ma ho capito che sono gli uomini a farla immonda. Ho visto donne tristi e altre ancora ma troppo allegre per essere vere o anche solo dei semplici simulacri, o delle colombe agli uomini affidate. Ho visto che tutto è sbagliato. Ho visto che non serve urlare per farsi ascoltare. Ma ho capito che serve urlare perché tanti sono i sordi.

Ah, ho capito che uomo…! Ah, ho capito che donna…!
Ho capito che la vita non la sanno proprio. E che sbagliano ancora come ieri. E che sbaglieranno ancora in una loffa e nell’atto dello sbadigliare.

Ora, sì, ho capito. Si sventoli la bandiera del nichilismo. E che non se ne parli più, per l’eternità. Perché così funziona il mondo.

Ma c’è che sono pazzo, e le bandiere le consumo nel fuoco. No, non datemi bandiere. Non fanno per me. E neanche tacchi a spillo o babilonie di acconciature. Datemi solo una pazzia. O quel “nessuno” che da sempre conosce i passi miei e fedele rimane al mio fianco.

Amica mia, che questa notte ti conservi, che ti faccia bella d’amore. Che possa la notte nel sonno dilaniare via tutti i cattivi pensieri. Che sia amore anche se non c’è.


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