Impegnata com'era nel nascondere difetti che solo lei vedeva di sé, e nel “trivellare” le persone in cerca di una fonte inesauribile di soddisfazione personale, non c'era da sorprendersi se non riuscisse a correggere quegli aspetti, che agli occhi degli altri la rendevano “unica” in chiave spesso più negativa di quanto meritasse! Di gran lunga più flessibile, Assolutamente era bilanciata dall'essere madre di un adolescente di rara bellezza e statura fisica. Anche lei aveva due sorelle che vivevano lontano e anche queste erano molto carine. In quanto a pudori sapeva metterli da parte per godere di una “ragazzitudine” sempreverde. Così potevi vedere indimenticabili scatti estivi di lei in short di jeans e canotte o altrettanto indimenticabili look invernali con pantaloni cargo e sneakers di colori accesi dai toni più urban di quanto nemmeno suo figlio potesse immaginare come gradevoli. Festaiola e ospitale l'estate era la stagione in cui il giardino di casa sua diventava il fulcro sociale di numerose compagnie. Anfitrione d'eccezione possedeva una cucina attrezzata “assolutamente” di tutto ciò che serviva per una tavola da trenta persone, il tutto riposto con la perfezione Virginiana più classica. Amava talmente dare ospitalità che mi offrì diversi compleanni indimenticabili nel suo giardino e nel farlo si mostrò generosa come nessuno. Anche quando le feci fuori un frullatore nel tentativo di preparare una salsa verde. In quel frangente dove sporcai ampiamente la sua cucina, intravidi l'orrore, da brava Vergine, farsi largo nei suoi occhi e dissolversi in una fragorosa risata leggermente forzata mentre diceva : che vuoi che sia! Il pudore che le mancava nel concepire il suo metro e ottanta di donna, lo mostrava nel parlare degli aspetti più intimi di sé. Non ci sono note infatti, nessuna patologia fisica di particolare rilievo in quanto il suo super io non poteva ammettere nessuna defezione all'efficienza di cui gli si poteva attribuire un vero primato tra noi. Andava in macchina, in motorino, in caicco, in mongolfiera e presumo anche in deltaplano ignorando ogni legge fisica che si frapponesse tra lei e il divertimento o il risultato che aveva in mente. Le sue origini esotiche e le esperienze forti che aveva fatto in suolo natìo unitamente alla educazione ricevuta da un padre che venerava e di cui inconsapevolmente incarnava l'ego smisurato, la rendevano davvero particolare! A differenza delle altre, lei appariva davvero solidale con le donne, o almeno con quelle che la facevano sentire parte di una elite che credo si portasse dentro. Non a caso il suo aspetto delle volte un po' tanto giovanile sembrava dire: sono una come voi, ma se poi si andava ad una festa, lei era decisamente più di noi...in quasi tutto: più vestita, più felice, più appariscente, più orientale di quanto riuscisse a contenere. Sembrava del tutto inconsapevole di quanto non le servisse agitarsi tanto per essere notata, perché la sua imponenza fisica data dalla statura e dal riccio incontenibile facevano già tutto il lavoro di un occhio di bue sul palcoscenico. Amata da tantissimi amici Assolutamente aveva una autentica abilità sociale ma credo pochissimi potevano averla vista in lacrime. Di fronte al dolore aveva invece, un pudore che ammiravo. Il dolore in lei era composto, misurato e incapace di commiserazione, ecco quindi perché nelle occasioni di gioia non sembrava sapersi contenere. Solo di fronte agli insuccessi scolastici del figlio la vedevo davvero provata, e mentre con lui cercava di trovare la severità che una madre single non può avere del tutto, sapeva come una leonessa ruggire di fronte a chiunque trattasse male il suo cucciolo! Talvolta per questa sua forza che voleva essere incoraggiante appariva superba e troppo sicura delle sue opinioni, a tal punto da rendersi “assoluta”, ma in realtà la difficoltà linguistica nell'uso del prudente condizionale, unita al bisogno di non perdere il controllo e di offrire sicurezza , sfalsava la sua tenerezza materna. In un certo senso credo fosse con noi più materna di quanto potessimo sopportare essendo adulti. Con lei, pur sentendoti accolto avevi sempre la sensazione che ci sarebbe stato prima o poi quel “te l'avevo detto” tipico di tutte le madri. Assolutamente insopportabile. Non c'era da stupirsi se tanto trafelata, tra un viaggio di lavoro, una cena irrinunciabile e un colloquio con l'insegnante di latino, non si accorgesse di esagerare. Essere loro amico, aveva più a che fare con l'equilibrismo tra la giusta combinazione di questi umori, e un singolare tempismo o “meccanismo” che poteva rompersi e ricongiungersi solo tra loro che tessevano il filo su cui camminavo sentendomi assai poco libero di sbagliare passo.
Impegnata com'era nel nascondere difetti che solo lei vedeva di sé, e nel “trivellare” le persone in cerca di una fonte inesauribile di soddisfazione personale, non c'era da sorprendersi se non riuscisse a correggere quegli aspetti, che agli occhi degli altri la rendevano “unica” in chiave spesso più negativa di quanto meritasse! Di gran lunga più flessibile, Assolutamente era bilanciata dall'essere madre di un adolescente di rara bellezza e statura fisica. Anche lei aveva due sorelle che vivevano lontano e anche queste erano molto carine. In quanto a pudori sapeva metterli da parte per godere di una “ragazzitudine” sempreverde. Così potevi vedere indimenticabili scatti estivi di lei in short di jeans e canotte o altrettanto indimenticabili look invernali con pantaloni cargo e sneakers di colori accesi dai toni più urban di quanto nemmeno suo figlio potesse immaginare come gradevoli. Festaiola e ospitale l'estate era la stagione in cui il giardino di casa sua diventava il fulcro sociale di numerose compagnie. Anfitrione d'eccezione possedeva una cucina attrezzata “assolutamente” di tutto ciò che serviva per una tavola da trenta persone, il tutto riposto con la perfezione Virginiana più classica. Amava talmente dare ospitalità che mi offrì diversi compleanni indimenticabili nel suo giardino e nel farlo si mostrò generosa come nessuno. Anche quando le feci fuori un frullatore nel tentativo di preparare una salsa verde. In quel frangente dove sporcai ampiamente la sua cucina, intravidi l'orrore, da brava Vergine, farsi largo nei suoi occhi e dissolversi in una fragorosa risata leggermente forzata mentre diceva : che vuoi che sia! Il pudore che le mancava nel concepire il suo metro e ottanta di donna, lo mostrava nel parlare degli aspetti più intimi di sé. Non ci sono note infatti, nessuna patologia fisica di particolare rilievo in quanto il suo super io non poteva ammettere nessuna defezione all'efficienza di cui gli si poteva attribuire un vero primato tra noi. Andava in macchina, in motorino, in caicco, in mongolfiera e presumo anche in deltaplano ignorando ogni legge fisica che si frapponesse tra lei e il divertimento o il risultato che aveva in mente. Le sue origini esotiche e le esperienze forti che aveva fatto in suolo natìo unitamente alla educazione ricevuta da un padre che venerava e di cui inconsapevolmente incarnava l'ego smisurato, la rendevano davvero particolare! A differenza delle altre, lei appariva davvero solidale con le donne, o almeno con quelle che la facevano sentire parte di una elite che credo si portasse dentro. Non a caso il suo aspetto delle volte un po' tanto giovanile sembrava dire: sono una come voi, ma se poi si andava ad una festa, lei era decisamente più di noi...in quasi tutto: più vestita, più felice, più appariscente, più orientale di quanto riuscisse a contenere. Sembrava del tutto inconsapevole di quanto non le servisse agitarsi tanto per essere notata, perché la sua imponenza fisica data dalla statura e dal riccio incontenibile facevano già tutto il lavoro di un occhio di bue sul palcoscenico. Amata da tantissimi amici Assolutamente aveva una autentica abilità sociale ma credo pochissimi potevano averla vista in lacrime. Di fronte al dolore aveva invece, un pudore che ammiravo. Il dolore in lei era composto, misurato e incapace di commiserazione, ecco quindi perché nelle occasioni di gioia non sembrava sapersi contenere. Solo di fronte agli insuccessi scolastici del figlio la vedevo davvero provata, e mentre con lui cercava di trovare la severità che una madre single non può avere del tutto, sapeva come una leonessa ruggire di fronte a chiunque trattasse male il suo cucciolo! Talvolta per questa sua forza che voleva essere incoraggiante appariva superba e troppo sicura delle sue opinioni, a tal punto da rendersi “assoluta”, ma in realtà la difficoltà linguistica nell'uso del prudente condizionale, unita al bisogno di non perdere il controllo e di offrire sicurezza , sfalsava la sua tenerezza materna. In un certo senso credo fosse con noi più materna di quanto potessimo sopportare essendo adulti. Con lei, pur sentendoti accolto avevi sempre la sensazione che ci sarebbe stato prima o poi quel “te l'avevo detto” tipico di tutte le madri. Assolutamente insopportabile. Non c'era da stupirsi se tanto trafelata, tra un viaggio di lavoro, una cena irrinunciabile e un colloquio con l'insegnante di latino, non si accorgesse di esagerare. Essere loro amico, aveva più a che fare con l'equilibrismo tra la giusta combinazione di questi umori, e un singolare tempismo o “meccanismo” che poteva rompersi e ricongiungersi solo tra loro che tessevano il filo su cui camminavo sentendomi assai poco libero di sbagliare passo.
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