Quando ci si rivolge a persone che hanno la passione per la lettura e quella per la scrittura, con tutta probabilità la parola “Moleskine” non ha bisogno di presentazioni o ulteriori specifiche. Più in generale, l’utilizzo di piccoli e maneggevoli taccuini, da parte di scrittori, artisti, intellettuali, è documentato dalla storia e affonda le sue radici molto lontano, sembra addirittura nella Parigi degli anni tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo.
Il marchio Moleskine, fondato nel 1997, e dal 1999 esportatore in Europa e anche negli Stati Uniti, è un orgoglio tutto italiano, anche se passato per la delocalizzazione della produzione; peraltro, ormai non potreste frugare nelle tasche di un hipster dei nostri tempi, e non trovarci una Moleskine. Potere del cambiamento dei costumi.
L’ultima novità, lanciata di recente dall’azienda, sono i Postal Notebook, ovvero taccuini come tutti gli altri che abbiamo imparato a conoscere, che però con pochi gesti diventano cartoline su cui scrivere l’indirizzo di destinazione e da inviare.
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Poche pagine completamente bianche, per condividere pensieri, brevi esperienze, appunti di ogni genere.
Al di là dell’iniziativa, basta fermarsi un attimo, ritornare nel mondo, e osservare come, sembra un paradosso, ma non esistono più solo i mezzi telematici. Qualcuno potrebbe, ed è lecito, voler riprendere in mano una penna e spedire dei pensieri, prima alla carta, e poi a qualcuno nel mondo. Subito dopo però, magari, scattare una bella foto con lo smartphone, e postarla su Instagram.
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