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Il testo che segue è la trascrizione della corrispondenza di Marina Szikora che sarà trasmessa questa sera nello Speciale di Passaggio a Sud Est dedicato al tema della riconciliazione e della pacificazione della ex-Jugoslavia in onda alle 23.30 a Radio Radicale.
Un evento di portata storica, quello che si attende domani a Vukovar, tanto discusso negli ultimi giorni, molto atteso e’ gia’ anticipatamente plaudito ma che sicuramente sara’ segnato dall’ombra di protesta contro questa iniziativa da alcuni anche contestata. Domani, il presidente croato Ivo Josipovic accogliera’ a Vukovar il suo collega serbo, Boris Tadic pavimentando cosi’ senza alcun dubbio il cammino verso una cosi’ difficile, ma da loro fermamente voluta riconciliazione nella regione che fu tormentata cosi’ gravemente dalla guerra degli anni novanta. E’ una specie di introduzione in quello che poi a fine novembre sara’ la visita ufficiale di Tadic in Croazia e che per l’importanza ed il suo valore molto simbolico, merita di essere considerata una vicenda particolare ed una visita che va compiuta separatamente da quello che di consueto fa parte della visita ufficiale di un capo di stato ad un altro paese.
Nel corso delle ore che Boris Tadic passera’ a Vukovar, ai due presidenti attende un’agenda molto densa. Come primo renderanno omaggio alle vittime della fattoria di Ovcara e depositeranno corone in questo luogo cosi’ fortemente impresso nella memoria della citta’ martire di Vukovar, poiche’ all’epoca, sulla fattoria di Ovcara furono uccisi circa 260 tra soldati, civili e feriti croati dell’ospedale di Vukovar. Successivamente, i due presidenti visiteranno la localita’ di Paulin Dvor, nei pressi di Osijek e renderanno ommaggio alle vittime di questo villaggio, ai 19 civili, di cui tutti di nazionalita’ serba tranne uno ungherese furono uccisi nel 1991. Va sottolineato che la giustizia croata aveva processato per questo crimine il responsabile Nikola Ivankovic condannandolo ad una pena carceraria di 15 anni. Tadic e Josipovic incontreranno i rappresentanti delle associazioni della Guerra per la Patria, piu’ precisamente le famiglie dei croati scomparsi nel corso della guerra. A questo incontro partecipera’ anche la presidente del Governo croato, Jadranka Kosor. A tal proposito, la premier croata ha dichiarato che l’arrivo di Tadic nel luogo della fossa comune di Ovcara e’ un momento quando tutti ci fermiamo e che il rendere omaggio ai difensori e ai civili croati, ai difensori di Vukovar lei lo vive come un donoa alle vittime di Vukovar. Sara’ anche l’occasione, ha aggiunto Kosor, di aspettarsi nuovi dati sulle persone scomparse.
Nonostante i molto accesi contrasti tra il governo e l’opposizione croata, per quanto riguarda la visita di Tadic a Vukovar, il presidente del Partito socialdemocratico, Zoran Milanovic appoggia pienamente questa iniziativa. Milanovic ha precisato che per questo gesto Tadic sara’ attaccatto in Serbia e che in Croazia non saranno tutti contenti. Ma ha rilevato che si tratta di un gesto positivo, che va bene che si tratta di una iniziativa del Presidente croato come lo e’ positivo che a Vukovar ci sara’ anche la premier croata Jadranka Kosor. La visita di Tadic si dovrebbe concludere con l’incontro del presidente serbo con l’ambasciatrice olandese in Croazia poiche’ l’Olanda aveva donato il traghetto che collega le due sponde del Danubio – la Vukovar croata e la Bac serba. Va sottolineato che questa sara’ la prima visita di un presidente serbo a Vukovar che secondo il presidente Josipovic contribuira’ “al rilassamento con il passato appesantito dalle relazioni croato-serbe”. E’ previsto che Boris Tadic rientri in Serbia con il traghetto che gli fara’ attraversare il Danubio dalla sponda croata a quella serba. Anche questo, dovrebbe essere un gesto simbolico di collegamento o meglio di riavvicinamento delle due parti, cosi’ contrastanti ed ostili nel passato.
Dall’Ufficio del presidente Josipovic giungono dichiarazioni che l’arrivo di Tadic a Vukovar e’ un gesto importante e uno stimolo per sviluppare ulteriormente le relazioni tra Croazia e Serbia nonche’ un’apertura verso il futuro. Viene sottolineato che si tratta di un desiderio comune dei due paesi che si inserisce molto bene nel contesto europeo e che non si tratta invece, come commentano i pochi che si oppongono fortemente a questa visita, di pressioni dall’esterno, in particolare da Bruxelles. Rendere omaggio alle vittime di Ovcara, viene considerato come un atto di civilta’ e un guardare verso il futuro. Nonostante annunci di manifestazioni di protesta, in particolare delle singole associazioni di difensori di Vukovar, si e’ convinti che la visita passera’ senza problemi. Martedi’, in una dichiarazione all’agenzia di stampa serba Tanjug, il presidente del Consiglio popolare serbo in Croazia, Milorad Pupovac, il leader della minoranza serba in Croazia, ha detto che la visita congiunta di Josipovic e Tadic a Vukovar e’ una iniziativa importante che aiutera’ ad incrementare le relazioni tra i due paesi nonche’ le relazioni tra croati e serbi a Vukovar. E’ importante sia dal punto di vista simbolico che pratico, e’ dell’opinione Pupovac, nel senso che aiutera’ i cittadini di oltrepassare il passato e successivamente, le due parti potranno parlare di temi che finora sono stati molto limitati o perfino impossibili. Sara’ piu’ facile, afferma Pupovac, parlare delle reciproche accusa davanti alla CIG nonche’ di processi contro i crimini di guerra, di politiche che conducevano alla distruzione di Vukovar e alle sofferenze della gente da entrambe le parti di questa citta’.
La visita di Tadic e Josipovic, e’ dell’opinione il rappresentante della minoranza serba in Croazia, contribuira’ positivamente al milgioramento delle relazioni tra croati e serbi di Vukovar poiche’, come ha detto, essi vivono in una specie di conflitto congelato e in ricordi che dividono. Infine, secondo Pupovac, nessun partito politico serio ne’ politici seri in Croazia non parlano contro la visita di Tadic a Vukovar e ha aggiunto che questo evento e’ contrastato soltanto da gruppi politici marginali. In una intervista speciale al telegiornale croato, il presidente croato Ivo Josipovic ha sottolineato che la visita di Tadic ad Ovcara, dove nell’autunno del 1991 furono uccise alcune cnetinaia di prigionieri croati acconsentisce che “senza riserve” si incominci a risolvere i problemi seri tra i due stati. Alla domanda se teme connotazioni negative per il fatto che anche la localita’ di Paulin Dvor, dove furono uccisi i serbi, faccia parte del programma, Josipovic ha risposto che non vede nessuna ragione che contrasti questa iniziativa. “Non c’e’ nessuno normale dalla parte croata che non accusa i crimini contro i nostri concittadini di nazionalita’ serba, quali quelli commessi anche a Paulin Dvor. Anch’io ci andro’” ha detto il presidente croato. Josipovic ha valutato che in Croazia la societa’ e’ “dominante pacifica” anche se ci sono quelli che non condividono la politica di riconciliazione e di amicizia con la Serbia ma che si tratta di assoluta minoranza. Il presidente croato ha concluso che puo’ capire quelli che hanno subito crimini e violenze anche se la maggior parte delle vittime non e’ presa dall’odio e vuole la riconciliazione. “Pero’ non capisco i politici che sono contrari alla riconciliazione. Oggettivamente, anche se si vantano di orgolio croato, lavorano contro l’interesse della Croazia. E’ vero che Tadic aveva fatto anche dichiarazioni contestate, spesso modificate e rafforzate dal punto di vista mediatico, ma so che vuole sinceramente la riconciliazione e che e’ pronto a fare il meglio su questa via” ha detto il presidente Josipovic. Ha sottolineato inoltre che per un ulteriore miglioramento delle relazioni e’ necessario anche un aproccio coretto verso la difficile storia, aggiungendo che oggi il potere, le organizzazioni non governative e un largo numero di individui della Croazia e della Serbia vogliono la riconciliazione e ci lavorano intensamente. Alla domanda se l’avanzamento nel processo delle integrazioni europee della Serbia, senza l’arresto di Ratko Mladic, diventa un messaggio che i criteri per tutti i paesi dei Balcani non sono uguali, Josipovic si e’ detto certo che l’adempimento di tutti gli obblighi internazionali sono la condizione anche per la Serbia come anche per tutti gli altri stati che vogliono entrare in Europa. Il presidente croato ha rilevato che “la Serbia e’ consapevole che alla fine, senza la prontezza di attuare il diritto internazionale e senza un rapporto giusto verso i crimini, non ci puo’ essere il futuro europeo”.
In vista di questo evento cosi’ atteso, il presidente Tadic per la prima volta dopo tanto tempo ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano di Zagabria, ‘Jutarnji list’. In questa intervista il capo dello Stato serbo ha rilevato di aver deciso da tanto tempo che avrebbe visitato Vukovar ma aveva ritenuto che questa visita non bisogna collegarla con una visita ufficiale. L’arrivo a Vukovar fa parte della sua filosofia umana e politica che biosogna rendere omaggio alle vittime innocenti della guerra che aveva colpito l’ex Jugoslavia, che bisogna chiudere questa pagina difficile delle relazioni tra croati e serbi nel 20-esimo secolo e girarsi verso il 21-esimo secolo, ha detto Tadic sottolineando che la visita a Vukovar non puo’ essere politicamente strumentalizzata. “La mia visita a Vukovar e’ una logica conseguenza delle scuse che ho gia’ fatto a tutti i rappresentanti del popolo croato che hanno subito del male a nome della Serbia e del popolo serbo. Questo non e’ soltanto un gesto simbolico e un messaggio al popolo croato, bensi’ un messaggio a tutti quelli che vivono sul territorio dell’Europa sudorientale per dire che una tale vicenda non deve ripetersi mai piu’. Trovando nella regione un capo dello stato con il quale mi intendo bene, un presidente come Ivo Josipovic, penso che da Vukovar possiamo mandare insieme anche un messaggio all’Ue che questa parte dell’Europa sudorientale non e’ sempre tale quale loro ritengono...Ai nostri figli dobbiamo aprire una nuova prospettiva senza appesantirli di pesi dello scorso secolo” ha detto Boris Tadic e ha aggiunto che non sta a lui a giudicare chi e’ il principale colpevole. “E’ chiaro che la politica di Milosevic ha la sua parte della colpa per quello che era accaduto, il suo ruolo e’ stato assolutamente catastrofico per gli eventi su questo territorio” ha detto il capo dello stato serbo. Ma si e’ riservato anche di fare alcun paragone tra i ruoli di Milosevic, Tudjman ed Izetbegovic, all’epoca rispettivamente presidenti di Serbia, Croazia e BiH. “Che i loro ruoli siano giudicati dagli storici e dai giudici. Da parte mia ho fatto il tutto possibile affinche’ le cose in Serbia cambino radicalmente. Lo stesso bisognava fare in tutti i paesi dei Balcani occidentali, ma questo tralascio alla gente che vive nei paesi vicini” ha concluso Tadic.
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