A livello europeo si è prefissato che i servizi per l’infanzia debbano arrivare ad una copertura pari al 33% (asili nido) . Cioè per la popolazione da 0-3 anni la risposta fra pubblico e privato dovrebbe soddisfare un terzo della domanda.
In Italia c’è molta diversificazione fra Nord e Sud, con una media intorno al 11-12 %. Probabilmente anche la creatività nell’offrire i servizi avrà un valore decrescente Nord-Sud.
Il servizio è collegato allo sviluppo in ambito femminile del mercato del lavoro e della possibilità di fare figli.
Lo stesso Monti nella sua presentazione della fase 2 ha evidenziato come una maggiore opportunità di far lavorare (full time, senza ricatti) le donne crei positività nell’indotto.
Peraltro lo scorso anno ho partecipato a 2 convegni, tematiche diverse , contesti opposti: in una grossa città il tema era conoscete le tagesmutter? Vi interessa come nuovo lavoro?, in un paese di campagna, un’organizzazione agricola ha organizzato un seminario sull’agrinido.
In entrambi casi i convegni erano pieni e tutte le donne presenti (molte laureate in Scienze della Formazione) non vedevano l’ora di riqualificarsi o sapere se l’agrinido si poteva aprire in quattro e quattr’otto.
Nessuno dei 2 casi, almeno a livello di Marche è così semplice e immediato. In questi giorni ad Ascoli, 2 laureate , visti i tempi, hanno creato l’asilo famiglia, simile in molto alla tagesmutter ma in un habitat non condominiale.
Peraltro dopo lo scarso successo del bando estivo sull’agrinido di qualità (1 azienda operativa , forse 2) la Regione Marche, magari semplificando, ne ha lanciato un altro che scade il 15 marzo, con 290.000€ di finanziamento. (leggi qui).
Insomma molti servizi, sperimentazioni ma ho l’impressione che di bambini ce ne siano pochi e quelli che ci sono, appartengono a famiglie di immigrati che credo siano poco interessati a scegliere fra il metodo staineriano o montessoriano.
Daltronde i vaucher per abbattere i costi di frequenza che son presenti nei progetti di FSE o Conciliazione sono collegati ai modelli ISEE (20.000€ di reddito annuo lordo max) e quindi ancora poco accessibili (ma fra un pò lo saranno, purtroppo!).
Quindi creazione di servizi all’infanzia come opportunità anche di lavoro ma necessita un bel businness plan per verificare la sostenibilità nel tempo, specialmente se all’inizio c’è un congruo cofinanziamento.
Io , data l’età, penserei anche agli anziani e qui ….la recherche è breve.