Published on marzo 5th, 2015 | by radiobattente
0A rischio il polo universitario agrigentino
A Licata si muore, come in ogni altro luogo, ma non si nasce. Non più almeno.
È quanto stabilito dal decreto firmato dall’assessore regionale alla sanità, Lucia Borsellino. Il reparto maternità licatese non garantirebbe il numero di nascite annue previste dagli standard nazionali. Da qui la decisione di chiudere.
A orientare le scelte dell’assessore sarebbero stati gli ultimi eventi di cronaca, consumatisi in una struttura ospedaliera catanese ai danni di una neonata, deceduta a poche ore dalla nascita a causa, pare, di inadempienze strutturali e professionali.
È una chiusura, che, al di là di qualsiasi decisione logistica, getta inevitabilmente nello sconforto una città destinata a invecchiare prematuramente. La politica licatese, dal canto suo e da più fronti, promette interventi atti a contrastare la decisione dell’assessore. L’ultimo accorato appello è stato avanzato dall’attuale presidente del consiglio comunale nostrano che ha posto la questione sanitaria locale al vaglio del neopresidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il campo sanitario, va detto, non è l’unico a essere in crisi. La provincia agrigentina rischia di versare il proprio obolo anche nel campo dell’istruzione. Il polo universitario di Agrigento, come già si vocifera da gran tempo, rischia la chiusura.
Decisa ed energica è stata e continua ad essere la reazione degli studenti, pronti a scendere in piazza, il prossimo 5 marzo, per tutelare quel diritto allo studio che rischia di essere vilipeso.