“Non mi riverivo a cooperative, ma a volontari, anche dei centri di ascolto, ad associazioni varie
La canoa affonda
che segnalano un aumento delle domande di aiuto” precisa la capogruppo del Pd Maura Ruggeri. Il malessere è diffuso e la causa è chiara: i servizi sociali di questi tempi non possono permettersi un taglio troppo alto. Anzi, sarebbe stato il caso – come chiunque può pensare – di non ridurre per niente i fondi all’assessorato di Luigi Amore.
Un bilancio è fatto di scelte: i numeri parlano come testimoni di discussioni e decisioni. Ecco perché due prospettive incompatibili, come quelle del centrosinistra e del centrodestra non potevano giungere a un documento comune, come proposto dal centrodestra varie volte, ottenendo come risposta un chiaro no, per quanto il giornale cartaceo ami ricamare su risvolti e dettagli che non cambiano la sostanza.
E un ordine del giorno come quello diffuso ieri, firmato da tutti i capigruppo dell’opposizione, se non vale una mozione di sfiducia, segnala un fallimento sociale. E anche politico. Un ordine del giorno non fa una coalizione: ma le richieste di aiuto che non trovano risposta sono un segnale che si poteva facilmente prevedere. La crisi lacera il territorio e ferisce le famiglie, logora il tessuto sociale, ottenebra le menti, causa disperazione, paura, insicurezza. I fatti a questo punto s’impongono sulle strategie. Si sapeva bene che il governo Monti dovesse rimediare a errori mostruosi commessi dai governi di Berlusconi (si vedano le tabelle sulla crescita del debito pubblico anno per anno), innanzitutto l’incapacità di essere motore dello Stato, di svolgere il proprio compito.
Il Comune di Cremona ha semplicemente subito la difficoltà senza reagire, senza inventare modi nuovi di amministrare che non si limitassero a grandi spese. Altri tagli sarebbero stati sopportabili, se limitati nel tempo, ma questo no, e quest’assenza di lungimiranza suona come una condanna.




