L’idea di accorpare i comuni sotto i mille abitanti non piace a Federico Fornaro, sindaco di Castelletto d’Orba (che resterà “salvo” poiché conta oltre duemila abitanti), e numero due del Pd in Piemonte: “Accorparli al di fuori di un disegno organico di riforma degli enti locali appariva molto discutibile, anche perché rischia di cancellare, per rimanere nella nostra regione, la storia e l’identità di metà delle comunità piemontesi in nome di un risparmio di costi della politica, che mai come in questo caso, invece, sono costi (o meglio investimenti) della democrazia”.
Secondo Fornaro, “Tutti i consiglieri comunali dei 1.944 comuni italiani che verranno cancellati con la manovra, infatti, costano in un anno, di gettoni di presenza (quando li prendono e non li devolvono allo stesso comune) circa 1,5 milioni di euro: il ministero dell’attuazione del programma (presente soltanto in Italia ….) ne costa oltre 5 volte di più: 8 milioni di euro. Ma le poltrone di Rotondi e della sua vice Santanchè si sono ben guardarti dal tagliarle”.
Nell’analisi più politica, per il Pd “Il Governo, poi, impone per decreto una incomprensibile e inaccettabile sospensione della democrazia in questi comuni, con la soppressione delle giunte e dei consigli comunali: esattamente quello che fece il fascismo con l’istituzione dei podestà. E’ indispensabile che in sede di conversione in legge del decreto, sia restituito a questi comuni il normale assetto istituzionale e siano introdotti altri criteri oggettivi (solamente quello demografico è insufficiente) per riorganizzare il sistema degli enti locali, non dimenticando mai che i piccoli comuni (in particolare quelli montani) sono fondamentali presidi democratici, economici e culturali, senza i quali si rischia di aggravare i fenomeni di abbandono e di dissesto del territorio”.