La seconda serata della 1° edizione del Genova Prog Festival, vede sul palco un solo gruppo, l’unico italiano, se si esclude “Il Tempio delle Clessidre”, band genovese esordiente, che ha aperto per i Soft Machine Legacy, il 30 marzo.:
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Sul palco la storia della musica di casa nostra, se si pensa cheil primo album progressivo , “Collage”, presentava due dei protagonisti della serata, Aldo Tagliapietra e Tony Pagliuca. Con loro un grande chitarrista, Tolo Marton, già membro delle “Orme”, assieme a Aldo e Tony, nell’album “Smogmagica”.
Ma ora il gruppo si chiama semplicemente “Tagliapietra, Pagliuca e Marton”, anche se è impossibile trascurare la new entry Manuel Smaniotto, giovane batterista di grande qualità.
Per me non è stato un concerto qualsiasi, questo organizzato da Music No Limit.
Sarebbe poco interessante descrivere il mio personale sentimento, se non fossi convinto che molti come me, il 9 aprile, hanno provato lo stesso stato d’animo, che trascende l’argomento musicale.
Ero poco più che un bambino quando un amico portò in strada (sì, in mezzo alla strada) un disco di un gruppo che sino a quel momento avevo abbinato esclusivamente a canzoni come “Irene” o “Senti l’estate che torna”. E quella copertina, che presto avrei appeso in camera sotto forma di poster di Ciao 2001, mi veniva descritta dall’amico esperto come il primo elemento di una musica nuova. E aveva ragione. Era “Collage”, anno 1971. E ora, a Genova, in una serena serata primaverile, avevo addirittura il compito di introdurre il gruppo per gli spettatori liguri, quegli uominie quelle donne che come me avranno legato i ricordi personali alla musica proposta dal palco.
Ma, sgombriamo il campo da ogni dubbio, non è stato il “concerto della nostalgia”, perché la sensazione che questi musicisti sono riusciti a dare è che i concerti di questo periodo, molto più di quello romano, novembrino, celebrativo dei 40 anni di prog italiano, siano il punto zero di un nuovo progetto. In questo senso, Manuel Smaniotto può rappresentare la spinta che arriva dalla gioventù e da una “positiva incoscienza”.
Quattrocento persone hanno partecipato al concerto, svoltosi nella Sala Maestrale del Porto Antico. La prevendita è stata un po’ deludente, ma chi è avvezzo a certe situazioni sa che quando arriverà al botteghino troverà ciò che cerca. E puntualmente il pubblico raddoppierà ciò che appariva modesto in sede di prevendita.
Ma il mio avvicinamento alla serata avviene qualche ora prima, nel corso del soundcheck, quando cerco di “rubare” qualche momento non ufficiale. Un amico che se ne intende, Riccardo Storti, si lascia andare e mi dice.” … certo che il tocco di Pagliuca è inconfondibile!” .
Vivere il “dietro le quinte” è qualcosa che fa parte della performance, non solo per l’ovvietà che la preparazione è alla base della riuscita finale, ma attraverso l’armonia che si crea con i tecnici del service e con le parti organizzative, si gettano le basi per la piena soddisfazione, dei musicisti e del pubblico.
Tutto è pronto, concordiamo le battute lecite e li presento, con molta emozione, mentre una giovane donna da l’ultimo consiglio ad un esperto musicista: “… suonate per divertirvi…” , e così fu.
Ma come sempre accade in queste occasioni, divertirsi significa “far divertire”, o sognare, o gioire… insomma, stare bene.
Si va da Figure di Cartone a Felona, da Collage a Sguardo Verso il cielo, da Frutto Acerbo ad Amico di ieri, passando per il brano scritto da Marton in onore di Germano Serafin.
La voce di Tagliapietra, resta un marchio di fabbrica indelebile che si sposa perfettamente col tocco di Pagliuca, e attraverso laliason dei due con il resto del gruppo, scaturiscono momenti da pelle d’oca.
Non mancano gli attimi di evidenza personale, come quando Pagliuca , da solo sul palco con il piano, ci riporta al suo album solo “Apres Midi”, con la versione particolare di Gioco di Bimba, o come quando viene dato spazio all’energia e alla fantasia di Smaniotto.
Notazione a parte per Tolo Marton, l’unico che non conoscevo personalmente, l’unico che non avevo mai visto dal vivo, anche se mi era nota la sua fama. Mi ha spiazzato la sua semplicità sul palco, il suo modo di vivere la musica che potrebbe erroneamenteindurre l’inesperto a pensare che suonare sia un gioco da ragazzi. Davvero un grande chitarrista inserito in un repertorio che ha spesso rinunciato all’elemento “chitarra solista”.
Piena soddisfazione dunque, e se qualche imprecisione c’è stata, dovuta soprattutto alla necessità di oliare e sincronizza i meccanismi, nessuno ci ha fatto caso, perché la performance migliore è quella che regala un paio d’ore di serenità, emozione e voglia di partecipare. Massimi voti quindi a chi è in grado di regalare così tanto.
La mia serata è ancora andata avanti per un po’, tra camerinie ristorante, tra chiacchiere e disquisizioni sul tipo di distorsore utilizzato. Ho avuto anche la possibilità di conoscere Giampiero Reverberi, scoprendo con piacere che esiste, e che quindi … non è solo un’entità superiore! Mi ha guardato con un po’ di curiosità, e sicuramente avrà pensato:”… ma chi sarà mai costui, cosa c’entra con la musica!?”.
Serata indimenticabile!
Per chi volesse soddisfare qualche curiosità ecco alcuni link relativi a Tagliapietra, Pagliuca e Smaniotto, mentre per l'intervista a Marton… è questione di giorni:
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Aldo%20Tagliapietra
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Tony%20Pagliuca
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Tolo%20Marton
http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Manuel%20Smaniotto