Magazine Diario personale

Taglio alla coreana

Da Tanks @tanks
Taglio alla coreanaAnni fa,

quando il mio barbiere andò in pensione, prima di atterrare sul taglio fatto in casa vagai per alternative. In una diffusa catena di tagli unisex, di cui taccio il nome, il dialogo andò più o meno così:
Fanciulla: «Come li tagliamo?»
Io: «Corti»
Fanciulla: «Si, ma come li vuole?»
Io: «In che senso? Corti!»
La Fanciulla mi porge un catalogo e ripete: «Come li vuole?»
Sfoglio il catalogo, felice dell'opportunità, e punto il dito su uno con folta capigliatura nerissima e occhi verdi. Non so se gli occhi siano inclusi nel trattamento, ma ci provo.
Lei guarda i peli che cercano di ricoprire il mio cranio con scarso successo e, visibilmente scossa, si allontana. Parlotta con una sua collega, che mi si avvicina con fare deciso e si riparte: «Come li tagliamo?»
Io: «Corti»
Questa volta va, il concetto è recepito e ottengo il mio taglio.
Non tornai più, per mia scelta e, immagino, con loro soddisfazione.

Dovessi capitare in Nord Corea, apprendo da wantchinatimes.com, mi ritroverei nella stessa situazione. È di questi giorni, infatti, il dictat delle autorità sul taglio di capelli: 18 modelli per le signore, 10 per i signori.
Le regole per lui: banditi i boccoli (e questo non mi tocca), massima lunghezza consentita 5cm per i giovani, 7 per gli anziani (e anche qui ci sto alla grande), non più di 15 giorni tra un taglio e l'altro (io sto a 20-25, ma rientrerei nella regola senza problemi).
Più complicato rispettare i tagli leciti, dubito che si riesca a emularne qualcuno con i miei peli residui, inesorabilmente migranti nella categoria "superflui".

Per lei, invece, capelli corti consentiti solo alle maritate, austerità per tutte. A giudicare dalla foto, direi che la 8 promette, e anche la 2: forse solo perché sono entrambe di lato; e comunque capelli corti, quindi maritate. Ma come fanno a maritarsi, se devono partire dagli altri tagli?

Cosa dire? Augurare ai nord-coreani di riunirsi un giorno ai fratelli del sud? Potrebbe essere una soluzione, non solo sul fronte tricologico ma anche su quello economico e politico.
Qualche dubbio l'avrei sul fronte artistico, vista la mia breve esperienza con il cinema di Kim Ki-Duk: l'Arco e il Soffio.

Mi sa che in Corea, nord o sud che sia, non ci vado. Buon sabato.
[Immagine da dailymail.co.uk]
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