“Ma tu ci vai?”
“Dove? Al Parco Nord?”
“Non lo so; le previsioni del tempo dicono che nevicherà.”
E invece eccoci qua. Domenica mattina, inizio Marzo, ore 10.00. Il freddo morde come un lupo dita e orecchie. Il tempo di parcheggiare l’auto e, dopo un paio di minuti a piedi ci sei. L’organizzazione ha montato qualche gazebo nel prato più grande. Un palco, striscioni pubblicitari e qualche attrezzo sportivo qui e là. Su tutto una patina di umidità ghiacciata.Vista la situazione, e i discorsi dei giorni precedenti, temo non venga nessuno. Carico di bastone vari, sciabola e spada mi avvio verso il palco. Sono fermamente deciso a divertirmi e quanto meno a sfruttare l’occasione per allenarmi.
Invece, inaspettati, confluiscono verso il palco alcune persone. Qualcuno indossa il kung fu chuan, e riconosco visi conosciuti, mentre altri vestono normalmente. Poche parole di benvenuto e si inizia a “ballare”.
Proprio dal recinto dei pony strategicamente posizionato accanto al palco arriva il commento: “stanno cominciando la dimostrazione dei ballerini cinesi”. Una smorfia di sufficienza; non è la prima volta che ci descrivono in questo modo. Almeno riconoscono l’eleganza delle nostre tecniche.
Qualche esercizio di riscaldamento, due parole al microfono dell’organizzazione per presentarci e cominciamo. La sequenza delle tecniche inizia a scorrere, le tecniche si susseguono fluide. Cresce la concentrazione e rallentano i movimenti che diventano sempre più essenziali.
Spettatori coraggiosi si uniscono e provano alcuni movimenti. Altri, pur rimanendo tra il pubblico, accennano dei passaggi. Le sciabole escono dai foderi e la concentrazione puntualmente aumenta.
Sono lame non affilate ma lo spirito che le anima non può essere confuso con quello di semplici giocattoli.Il tempo a nostra disposizione vola e arriviamo al saluto finale senza rendercene conto. Terminato l’inchino ci guardiamo negli occhi e spontaneamente nascono i sorrisi.
“Ma non avevano previsto neve?”
“Già, invece non mi sono nemmeno accorto del freddo!”