Tajine di pollo profumato con carciofi e olive

Da Lacucinadiqb

In ogni famiglia c'è una Zia Maria. La "mia Zia Maria" è una signora di 95 anni, sorella del padre di mia mamma. L'ha amata più di una figlia, cercando di lenire il dolore della precoce assenza di Palmira, la nonna che non ho mai conosciuto.Del resto in campagna si usava così. Fulcro della società un gineceo più o meno litigioso ma solidale: accoglieva le giovani mogli dei figli maschi, cresceva le figlie femmine nel timore di Dio e nell'utilità del punto croce, cercava incessantemente di "sistemare" le cugine ancora nubili a 25 anni - e quindi disgraziatamente "zitelle" -, aveva sempre un sorriso per il parente "un po' scentrato", si occupava della variopinta nidiata di cuccioli di famiglia, chiassosa e vivace, nell'incessante viavai che caratterizzava l'aia.

Quando una mucca stava per partorire i bimbi venivano allontanati perchè era "sconveniente" che le creature vedessero la "natura" della mucca, ma nessuno si sarebbe sognato di impedire agli stessi piccoli di dare l'ultimo saluto al nonno. La morte non faceva poi tanta paura. Zia Maria si sposò molto tardi e si dovette "accontentare" di un vedovo con un figlio adolescente; poco dopo si ammalò, fu curato con amore nonostante fosse un "foresto" e la zia rimase nuovamente sola. Sempre disponibile, sorridente e senza una lira: quel poco che possedeva trovava modo di condividerlo. Se qualcuno bussava alla sua porta sapeva che avrebbe trovato un sorriso, qualche verdura dell'orto, qualche uovo e - quando andava bene - anche una gallina, inseguita al grido di "se te ciapo te copo!", cosa che puntualmente accadeva.Solo una volta vidi un atto di "intolleranza" da parte sua. Venne a trovarla una ricca signora "divorziata" (forse la prima del paese): abitualmente le portava abiti smessi che poi la zia ridistribuiva, modello Caritas ante litteram. Appena la signora uscì la zia "disinfettò" tutto con l'alcool! Maniglia della porta d'ingresso, sedia, tavolo e tazzina di caffè (ospitalità sempre e comunque) perchè "non so miga mi che roba che sia 'sto divorsio".Ora la demenza le ha portato via il passato e reso difficile e duro il presente ma chissà perchè, quando un lampo di lucidità le illumina lo sguardo, invece di lamentarsi della malattia che l'ha resa prigioniera nel suo corpo, ti riempie il cuore con una semplice frase: "quanto ben che te vojo!".Forse la Zia avrebbe guardato con sospetto questo piatto, una Tajine, ma se le avessi detto "guarda che si tratta di un pollo con i carciofi" l'avrebbe sicuramente gradito!Tajine di pollo profumato con carciofi e oliveIngredientiUn pollo (se riusciste a procurarvelo da qualche contadino....), 8 piccoli carciofi o "castraure", 1 spicchio d'aglio, 2 cipollotti, 2 cucchiai di olive nere (del mio albero!), 1 limone non trattato, 1 cucchiaio di semi di coriandolo, 2 cucchiai di basilico fresco tritato (o menta, se preferite), sale, pepe di mulinello, olio evo, brodo vegetale o di pollo.ProcedimentoMondare i carciofi, ridurre i gambi e tagliarli in 4 spicchi mettendoli in una ciotola di vetro con acqua acidulata dall'acqua del limone.Nella tajine rosolare i pezzi di pollo per 5', unire lo spicchio d'aglio e i cipollotti tritati, unire il brodo fino a coprire per 2/3, coprire e cucinare per 30' a fuoco medio.Dopo questo periodo, unire i carciofi, le olive bucherellate con i rebbi di una forchetta, i semi di coriandolo, profumare con una macinata di pepe e regolare di sale. Cucinare coperto per altri 20'.Unire il basilico tritato e la scorza di limone grattugiata con la microplane, mescolare e cucinare per altri 2-3'.Servire con un po' riso pilaf o del couscous profumato con una macinata di semi di coriandolo.

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