Coman: ala destra parigina classe ’96; la Juventus pesca di nuovo nel vivaio parigino per un colpo alla Pogba. La storia di un talento mai esploso.
Delle accelerazioni talentuose e di quel codino che, toccata palla, sembrava volesse spaccare il mondo, a Torino non resta che un tiepido ricordo, a Verona forse due. L’esperienza di Kingsley Coman con la maglia bianconera inizia proprio nella provincia veneta: la Juventus incontra il Chievo al Bentegodi nella prima giornata di campionato 2014/2015. Un campo difficile, spesso impervio per via dell’impianto molto arretrato ma dall’ambiente sempre surriscaldato dalla tifoseria di casa. La Vecchia Signora inizia la stagione con numerose assenze e Allegri è sicuro: è già il momento del francese. Coman parte titolare da seconda punta in un 3-5-1-1 di emergenza, rivestendo un ruolo che non è propriamente nelle sue corde, dato che il 18enne parigino predilige giocare sull’ala, ma non è certo il tempo di protestare: l’importante è scendere in campo. E poi davanti gioca Tevez. La partita finisce con un 1-0 ingeneroso per la formazione bianconera che domina per il totale dei 90 minuti e si porta avanti con un’autorete. La prova del talento parigino è assolutamente positiva: Coman si propone spesso in fase offensiva e appena riceve il pallone cerca subito la porta, da qualunque posizione. Da qui nasce un duello interessante con il portiere dei veneti, Bardi, che però si fa trovare sempre pronto a respingere i tiri insidiosi proposti dal francese.
Il talento palese, la velocità, la classe e la sfrontatezza del giovanissimo attaccante oltralpe saltano subito agli occhi dei tifosi e del nuovo tecnico livornese. Tuttavia, il rapporto che nasce tra i due non rispecchia i fatti a tutti noti: Allegri ribadisce più volte la sua stima nei confronti di Coman, ma gli attestati di fiducia manifestati a parole, non trovano conferma nelle partite successive, che vedono il giovane francese sempre più in panchina e sempre meno sul campo. Anzi, le poche manciate di minuti concesse, non aiutano il parigino, troppo inesperto e fumoso per poter riassumere in poco tempo il suo estro ancora grezzo.
Il gol al Verona in Coppa Italia. Un tripudio di classe, velocità e potenza.
A gennaio le presenze di Coman si contano sulle dita, ma il francese può dare ancora qualcosa per tentare di raddrizzare l’andamento non previsto della sua avventura italiana. E’ il 15 gennaio e allo Juventus Stadium i bianconeri sfidano il Verona per l’accesso ai quarti di Coppa Italia. Allegri vuole dare spazio alle riserve, ma Coman parte ancora in panchina. La partita diventa ben presto una goleada con la Juve che sbeffeggia gli scaligeri arrivati al match totalmente deconcentrati. Giunti alla metà della ripresa, i bianconeri conducono le danze per 5-1. Allegri decide che è di nuovo il momento del francese. Esce un Giovinco devastante, entra Kingsley. Coman sa che deve fare qualcosa di gigantesco per tornare alla ribalta: scoccato il 34′ riceve palla sull’esterno, la sua posizione, sembra rallentare poi accelera improvvisamente, Agostini non gli sta dietro, il francese si accentra e fa partire un missile diretto all’incrocio dei pali. Rafael non può niente, quello di Coman è un gol strepitoso.
A febbraio lo cercano in molte per un prestito: Sassuolo e Udinese in primis. L’offerta è di giocare il resto della stagione da titolare per crescere e maturare sul campo. Ma Massimiliano Allegri e la dirigenza bianconera credono ciecamente nelle potenzialità del classe 1996 francese e vogliono tenerselo stretto per farlo crescere, sì, ma a fianco dei campioni, anche se con meno minuti a disposizione. Il girone di ritorno inizia come quello d’andata. Con un’altra chance da sfruttare per Coman: in casa Juve c’è di nuovo emergenza in attacco con Tevez fuori e Llorente non al meglio della condizione. Allegri potrebbe optare per il francese titolare, ma contro tutti i pronostici a Cesena scende in campo la coppia Morata-Llorente. La Juve non gioca benissimo e il Cesena trova il pareggio al 70′. Sul 2-2 Coman scalpita il panchina, vorrebbe entrare per dare nuove idee e benzina alla squadra, ma il suo ingresso al campo arriverà solo al minuto 87′. Questo è, a mio avviso, il punto di rottura nel rapporto tra giocatore ed allenatore. Kingsley sente di non avere più l’appoggio e la fiducia goduta in passato dal tecnico come dal popolo bianconero che inizia ad accompagnare le sue sporadiche esibizioni con fischi, piuttosto che con applausi.
L’addio di Coman: “Juve vado al Bayern, Pep chiama. Difficilmente sarà un arrivederci.”
E’ fine agosto quando arriva la chiamata. “Kingsley vieni al Bayern. Sarai il centro del mio nuovo progetto e prometto di farti crescere come un campione” – dice Guardiola - “Arrivo!” – risponde Coman. Mi piace immaginare così l’offerta fatta dal tecnico del top club tedesco al giovane francese. Difficile immaginare una risposta diversa: il 30 agosto Coman passa al Bayern Monaco in un’operazione di prestito divisa in due anni ( 5 milioni d’incasso per il primo, 2 per il secondo ) con l’opzione di riscatto fissata il 30 giugno 2017 a 21 milioni. Una cifra notevole, questa, che ha messo subito d’accordo dirigenza torinese e giocatore. L’addio di Coman arriva su instagram insieme ad una sua foto con Pogba, il commento: «Voglio solo dire grazie .. Grazie a tutti per tutto .. Ho fatto solo un anno ma è stata un anno fantastico che non dimenticherò mai .. E non so se ci rivedremo .. In Bocca al lupo #forzajuve».
Ora al Bayern Coman gioca, fa gol e si diverte. In casa Juve la paura di aver perso un fenomeno. Quanto sarebbe servito nel 4-3-3 di Allegri?
3 gol in Bundes e 1 in Champions, 2 assist in campionato, 5 in Coppa. Non sarà il giocatore dell’anno in Germania – e ben lungi dall’esserlo – ma le statistiche parlano e dimostrano che il giovane francese sta ripagando con ottime prestazioni la fiducia di Pep Guardiola che tanto ha desiderato il “King” per il suo Bayern. Allo stesso modo, Coman esterna la sua convinzione nel progetto del tecnico ex blaugrana, che ringrazia così: “Guardiola aveva promesso che mi avrebbe schierato da attaccante esterno per farmi diventare il nuovo Robben. Ha mantenuto la promessa”.
#Coman exclusive https://t.co/Od32YP3sh5 meets @FCBayernEN‘s French star https://t.co/xvvDGJCQkH pic.twitter.com/KdheCh8JEe
— Bundesliga (@Bundesliga_EN) 3 Dicembre 2015
Intanto a Torino cresce la preoccupazione, maturata intorno alla prestazioni del francese in Germania, di aver smesso colpevolmente di credere troppo presto nelle potenzialità di Coman. E la domanda che ci si può porre è: “quanto potrebbe essere stato utile Coman nel tridente offensivo tanto ricercato da Allegri per la sua Juventus?”. Certamente bisogna tener conto del fattore maturità. A nostro parere, nella difficile rifondazione in casa Juventus, che solo ora sta dando i frutti sperati, un classe ’96 difficilmente sarebbe stato in grado di reggere le tensioni e le pressioni che ne sono conseguite nei primi mesi di questa stagione. Ma queste sono solo speculazioni – i paragoni con Henry impietosi – e solo il tempo potrà decidere dove sta il torto e dove la ragione. Intanto vi lasciamo con una raccolta di gol e giocate del “King” della sua stagione fin qui al Bayern con l’augurio che possa trovare continuità e, magari, tornare un giorno in Italia.
