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Tamara Drewe

Creato il 15 febbraio 2015 da Jeanjacques
Tamara Drewe
La commedia non è mai stato il genere che prediligo, e la cosa forse spiega il perché delle mie pessime battute. Ma da uno il cui film preferito è Oldboy cosa potete pretendere se non fiumi e fiumi di depressione non-stop? Beh, non solo. Anche lì la cosa va decisamente dosata, perché anche la depressione e i toni macabri, quando sono gratuiti, diventano unicamente dannosi. Però, come ogni elemento narrativo, non valgono solo e unicamente nella loro maniera più univoca. Ecco perché alle volte penso che le vere commedie, quelle perfettamente riuscite, siano quelle che covano dietro la risata una profonda tristezza. E mi riferisco quindi a film come Amici miei di Monicelli o Decostructing Harry di Woody Allen, due titoli che dietro all'innegabile facciata ridanciana nascondano un dilemma esistenziale non da poco che, se preso come elemento a sé stante, tanto ridere non fa. Il genio, o la semplice abilità, risiedono però anche in questo, nel far sembrare tale una cosa che non lo è. Cosa in cui riescono perfettamente gli inglesi che, oltre a una certa raffinatezza nelle battute - per convalidare la teoria, pure Shawn of the dead racchiude una tematica triste, ma l'aspetto comico non sfocia mai nella volgarità - padroneggiano una discreta abilità anche nella semplice confezione tecnica, regalandoci queindi delle immagini e delle sequenze di puro cinema. Tutte cose che si ritrovano in questo Tamara Drewe, pellicola snobbata e mal criticata un po' da tutti ma che a me è sempre piaciuta particolarmente.

Ewedown è sconvolta dall'arrivo di Tamara Drewe, recatasi alla cittadina natale per ristrutturare la casa della madre defunta. Tutti la ricordavano come una ragazza bruttina e timida, ma al suo ritorno si presenta come una bellezza mozzafiato - complice anche una rinoplastica che ne ha migliorato di molto le fattezze - e in piena carriera, tanto da avere una propria rubrica su una delle maggiori riviste londinesi. La sua presenza porterà a una serie di tradimenti e gelosie che ribalteranno le vite di molti.

Prima di vedere questo film ignoravo del tutto l'esistenza di Gemma Artenton, così come ignoravo l'esistenza del fumetto di Posy Simmonds da cui è tratto - splendidamente adattato con ritmo e garbo dalla sceneggiatura di Moira Buffini. Sul fumetto, o per dire una bella bestemmiona, sulla graphic novel, la mia ignoranza persiste, ma sulla bellissima Gemma mi sono decisamente erudito, perché non ha solo un viso e un corpo da sballo, ma manco come attrice sembra da buttare. Complice fu questo piacevolissimo film, che mette in scena una serie di personaggi che, pur non raggiungendo mai i livelli d'odio lasciati da quelli di Young adult, lasciano sempre una scia di marciume dietro di sé. Ma era un film che rischiavo di perdermi perché nonostante la regia di un autore rinomato come Stephen Frears la distribuzione italiana sembra aver fatto di tutto per renderlo il meno appetibile possibile, a cominciare dalla terribile locandina [la parte di me che ha studiato grafica muore ogni volta che la vede], un trailer che mi faceva sentire un certo odore di vaccata allucinante anche a diversi metri di distanza e un sottotitolo davvero agghiacciande. Poi non so perché, ma una serie di eventi mi hanno portato a vederlo e ne sono rimasto incantato - il fumetto non l'ho mai reperito perché sono tirchio e pigro. Tamara Drewe è una commedia piacevole e, come scritto nel primo paragrafo, racchiude dentro di sé una tristezza indicibile che rispecchia una tematica che mi ha sempre affascinato perché molto realistica: quello del voler apparire come non si è, di essere schiavi della maschera che ci siamo scelti e di preservare quell'immagine agli occhi degli altri. Di essere schiavi di una bugia, insomma. Perché tutti i protagonisti in questa storia mentono spudoratamente, tutti sono schiavi delle proprie convinzioni e andranno a cozzare contro lo svolgere degli eventi. La protagonista è l'emblema di tutto questo, una ragazza che ha sempre sofferto per il suo naso 'importante' da giovane e che, dopo quella famosa plastica facciale, sembra rinata, sia spiritualmente che caratterialmente. Perché se all'inizio faceva di tutto per piacere, adesso piace e basta. Ma è vera sicurezza, questa? Sotto quelle gambe da sballo e quegli shorts che tutti (me compreso) vorrebbero toglierle, cosa resta? Sempre la ragazza di una volta, con le sue insicurezze e le sue incertezze nel vedere la sua vita cambiare in quella maniera con le persone che ha sempre conosciuto. Non sono da meno tutti gli altri, dal giallista stanco di usare il personaggio che l'ha reso celebre alla rockstar che si innamorerà della nostra, fino alle due ragazzine che spiano il susseguirsi di intrighi del paesi - sono spassosissime! Tutti loro vivono in una bugia, tutti sono schiavi del personaggio che rappresentano e dell'idea che si sono fatti. La rockstar non è il duro che vuole far sembrare, la 'capa' delle ragazzine patisce da sempre il tradimento subito dalla madre e lo scrittore sente il tempo che sta passando. L'unico che a conti fatti si salva è Andy, l'ex di Tamara, che ha mandato all'aria il suo futuro per una storia di droga ma che, nonostante tutto, cerca di avere il suo posto nel mondo e di lavorare sodo. Manco lui è totalmente lindo, nessuno in questo film lo è - e qui sta la sua forza - ma sembra veramente la mosca bianca in questo universo di personaggi allegramente sgradevoli, che chiudono tutte le loro storie mostrando la vacuità delle loro motivazioni e delle loro esistenze. Un cerchio molto semplice ma che però si chiude in una maniera perfetta e senza sbavature, e con un immagine finale decisamente beffarda. Quella di un pianto, ridicolizzato come forse merita, proprio perché finalmente mostra la vera fragilità del personaggio e, a sua volta, di tutti gli altri. Perché nonostante tutto, per quanto ci sforziamo di mascherare la cosa, alla fine siamo solo degli umani.

Un titolo a mio parere ingiustamente criticato per i motivi sbagliati e che, mediante l'arma più potente di tutte, la risata garbata e intelligente, mette alla berlina un modo d'essere universale.Voto: ★ ½

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