Dopo l’annuncio dell’uscita dall’etichetta di calzature Jimmy Choo, sembra che Tamara Mellon lancerà il suo marchio.
After announcing her departure from footwear label Jimmy Choo, Tamara Mellon is said to be launching her own brand.
Tamara Mellon lascia Jimmy Choo, la società da lei co-fondata 15 anni fa e con la quale non ha più legami finanziari dopo l’acquisizione e l’integrazione con Labelux, il gruppo austriaco del lusso che lo scorso maggio ha rilevato il brand di calzature dal fondo di private equity di Londra TowerBrook Capital Partners LP per la cifra di 500 milioni di sterline.
L’uscita di scena di Tamara Mellon, chief creative officer del marchio, sarà seguita da quella dell’attuale ceo Joshua Schulman, che abbandonerà il suo incarico alla fine del mese per intraprendere nuove strade professionali. Per il momento, rimangono alla guida creativa Sandra Choi e Simon Holloway, designer storici della griffe, anche se, da indiscrezioni, il turnover potrebbe coinvolgere anche il duo all’inizio del 2012.
Nel 2010 Jimmy Choo ha registrato vendite per 150 milioni di sterline e, secondo Labelux, che già possiede la svizzera Bally dal 2008, l’italiana Zagliani, la britannica Belstaff, oltre a quote di maggioranza della casa di gioielli londinese Solange Azagury-Partridge e della newyorkese Derek Lam, sono attesi per quest’anno incrementi dei ricavi a doppia cifra su tutti i mercati e le aree di prodotto. Per il futuro Labelux vuole incrementare le quote di mercato negli Stati Uniti e in Asia.
Intanto, come già accaduto per Tom Ford e Tory Burch, sembra che Tamara Mellon, dopo la vendita della sua quota del capitale, stimata al 17%, per un valore di un po’ meno di 90 milioni di euro, stia pensando al lancio di un’etichetta che porti il suo nome. Non ci sono ancora, però, dettagli precisi a questo proposito.
Labelux, d’altra parte, ha deciso che non rimpiazzerà la Mellon che la lasciato per “sviluppare nuovi progetti. La parte creativa della compagnia è estremamente forte e la direzione artistica proseguirà nel suo lavoro”, ha affermato Reinhard Mieck, chief executive di Labelux.