CREMONA Amara sorpresa dal ministero dello sviluppo economico, che nel decreto di fine dicembre 2014 ha deciso di lasciare che la Tamoil chiudesse la raffineria trasformandola in deposito senza tenere conto delle opere di bonifica previste dal Comune e dalla Provincia di Cremona, oltre che della Regione Lombardia. Gli enti locali sono stati informati di questa scelta solo nel mese di febbraio di quest'anno. Il Comune, in marzo durante la prima riunione dell'Osservatorio Tamoil, rendeva noto di aver chiesto chiarimenti al ministero. Poi, il 17 aprile, la giunta Maroni ha deciso di fare ricorso al Tar del Lazio contro il decreto del ministero dello sviluppo economico e ha dato mandato all'avvocato Piera Pujatti. Anche il Comune di Cremona è intenzionato, da quel che sinora è trapelato, a seguire la linea della Regione. E dire che il ministero era stato informato della volontà delle istituzioni cremonesi e della Regione, in occasione di una serie di incontri tecnici. Quel che Cremona aveva chiesto alla Tamoil, una volta affrontato il problema dei posti di lavoro, era di presentare un cronoprogramma degli interventi di messa in sicurezza operativa delle aree interne e di riqualificazione delle aree esterne. Il progetto doveva essere approvato dagli enti locali, che intendono seguire ogni passaggio e valutarlo per poter intervenire a tutela dell'ambiente. L'obiettivo era di informare tempestivamente i cittadini in caso di impatto odorigeno o acustico, verificando che la contaminazione del terreno e delle acque non peggiori ulteriormente.
La raffineria era ancora aperta, quindi dopo l'analisi del rischio ambientale non si poteva procedere ancora procedere alla bonifica. Il ministero di fatto ha tolto alla Tamoil l'obbligo di presentare un cronoprogramma degli interventi di preparazione della bonifica, appoggiandosi alla legge 134 del giugno 2012, che semplifica, cioè alleggerisce, i provvedimenti del Codice dell'ambiente e favorisce le industrie petrolifere. L'articolo 36 di quella legge, il decreto Sviluppo del governo Monti, ha dunque avuto effetto a Cremona. I sistemi di sicurezza operativa già messi in atto dalla Tamoil, quindi, possono continuare senza fare la bonifica, sempre che venga autorizzato un nuovo uso industriale dell'area inquinata. E infatti la raffineria è diventata un deposito e la Tamoil ha presentato un piano di reindustrializzazione. Domani il consiglio comunale di Cremona potrebbe inoltre votare la richiesta dei 5 stelle di dare a Gino Ruggeri, dei Radicali di Cremona, una medaglia d'oro, per essersi costituito parte civile nel processo contro la Tamoil. Due gli ex dirigenti già condannati in primo grado per disastro ambientale doloso, altri due condannati in forma colposa.