Si è creato un enorme vespaio dopo l’articolo di Langone pubblicato su Libero ieri. Rimango parecchio perplessa sul perché. Certo è del tutto politicamente scoretto, ma l’affermazione contraria a quella del titolo del suo articolo è purtroppo o per fortuna più che mai vera. Il genere femminile è stato per secoli relegato al ruolo materno senza alcuna via d’uscita, nel senso che non c’era altra possibilità di scelta. Ora grazie al femminismo le donne stesse hanno capito di essere persone e, come tali, libere di scegliere della propria vita in base alle proprie attitudini e preferenze. Ma se le donne non avessero studiato, se alle donne non fossero stati dati i libri, l’accesso alle scuole e alle università, pensate che avrebbero capito che il loro ruolo può essere diverso da quello di fare bambini e preparare il polpettone al marito, tenendo presente che un’intera società continua (anche oggi) a sostenere che questo è ciò che le donne dovrebbero fare?
Se una donna non è istruita non ha gli strumenti anche solo per pensare che la condizione in cui è costretta possa non essere la sua naturale vocazione.
Inoltre: quanti più accessi avrà avuto il sito di Libero in questi due giorni a causa di questo articolo?
Nel nostro paese da decenni si chiede alla classe politica (qualunque essa sia) delle misure a favore delle donne, si chiedono delle norme che permettano la conciliazione tra lavoro fuori casa e lavoro di cura. Richieste finora ampiamente disattese.
In Italia, i modelli femminili proposti per le donne sono quello della puttana o quello della madre amorevole angelo del focolare, non c’è scampo.
E ci si sconvolge tanto per le sparate del primo venuto su un giornale del tutto discutibile? Bisognerebbe sconvolgersi ogni giorno e per cose molto più gravi di questa.