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Tangenti comune di San Giorgio, funzionario: “Certo che rubo, che m’importa?”

Creato il 26 ottobre 2015 da Vesuviolive

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Dopo l’operazione degli agenti della Polizia di Stato che ha portato all’arresto di sei persone tra funzionari e dirigenti del comune di San Giorgio a Cremano per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed alla turbativa d’asta, emergono le intercettazioni ambientali tra l’agronomo Raffaele Peluso e la sua nuova compagna che andrebbero a confermare l’ipotesi accusatoria.

Tra le intercettazioni, una risalente al 2014, riguarda la riparazione di un computer. Il funzionario intercettato, rivolgendosi alla compagna, le chiede se ha “bisogno di riparare i computer a casa“, la compagna afferma di non avere soldi per farli riparare ” “Li anticipa D’Alessandro (imprenditore attualmente ai domiciliari) e noi li paghiamo come lavori sotto altra forma – afferma Peluso – È normale!“.

Si tratta di intercettazioni dove l’agronomo ostenta sicurezza e spavalderia, come riporta Repubblica.”Va bene, ma tu rubi” gli dice in un colloquio la nuova compagna. E il funzionario, senza scomporsi: “Eh certo, che cosa mi importa“. Secondo il giudice, rappresenta “una piena ammissione di colpevolezza, allorché confessa di mangiare e di saperlo fare con abilità“. Accusato dalla compagna di rubare afferma, ammettendo tra l’altro – secondo il giudice – la sua colpevolezza: “Eh certo, che cosa mi importa. Tu che fai, dici che io mangio, non ti lascio proprio niente. Siccome sono migliore di te, oppure mi vogliono più bene di te, io mi fotto tutte le cose. Poi fammi vedere cosa fai.

Ancora nel corso di una conversazione una conoscente dice a Raffaele PelusoC’è stato un periodo in cui di te, di Leone e di Intoccia si parlava come di una lobby. Salvati, Lello, tirati fuori da quella triade“.

Dall’inchiesta emerge, da alcune dichiarazioni dell’ex moglie di Peluso, anche un altro episodio ancora da chiarire e sulla quale la procura sta ancora indagando. Si tratta dell’incendio di natura dolosa dell’auto della donna avvenuto nel febbraio 2011 “poco tempo dopo la nomina di mio marito quale responsabile del settore Infrastrutture – afferma la teste – Mio marito non mi ha mai detto se aveva dei sospetti.


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