Magazine Maternità
Ma non e' questa l'unica carne al fuoco di cui vi voglio parlare.
Oggi io, DH e i nostri bug amici (no dai, avevo scritto nei commenti che DH aveva preso le pulci, ma secondo me era tutta una roba psicosomatica perche' son giornate di fuoco anche nel senso che litighiamo come due forsennati, ma vabbe').
Insomma, oggi DH e io ci siamo trascinati all'incontro informativo della asl sulle adozioni.
Lo so, ve lo dico cosi a bruciapelo...perche' non e' che io abbia ancora realizzato la cosa, cioe' non ho ancora il coraggio nemmeno di creare chesso', una cartelletta con scritto "Ado..."(sono ancora anni luce dal farlo, non mi sento prontaaaaa). Tanto meno formulare questo nostro desiderio proibito che ormai da tempo si insinua nei nostri cuori prima che nelle nostre menti. Un sogno proibito, ancora inconfessabile.
Insomma, siamo andati, ma solo per farci un'idea eh...
Volevamo anche iscriverci al corso di formazione, ma la SS (come dice Sandra - e questo post e' per te, tu sei dentro e fuori e tutto intorno a quello che sto per scrivere, cara Sandra), insomma, i Servizi Sociali ci avevano detto che no, il corso di formazione era solo per coppie senza figli, quindi quello non lo possiamo fare. Avreste dovuto sentire la pausa di silenzio da ecatombe quando al telefono la SS, dopo avermi fatto le solite domande di rito per l'iscrizione al corso, mi dice - non mi chiede, mi dice - "Non avete figli.." e io con voce tremolante e titubante dico che cioe'-noi-in-realta'-ecco-sa-noi-si-avremmo-una-picca-ma-non-la-porteremmo-avremmo-il-massimo-di-discrezione-e-insomma-mi-scusi-tanto-io-non-volevo-ci-e-scappata-la-pma-perdono-perdono".
Pausa di silenzio. Seguita da un "Ah, allora questo corso non e' per voi".
E vabbe', non vi tedio sui perche' e i per come.
Fatto sta che un incontro informativo non si nega a nessuno, e noi ci andiamo.
Per farla breve, la SS e' identica sputata a Maria Goretti. Ora io non so esattamente che aspetto abbia Maria Goretti, pero' credo che tutte noi ne abbiamo un'immagine mentale (o forse no, ognuno ha le immagini mentali che si merita), e quindi voi immaginatevi Maria Goretti.
Io me la immagino con con le scarpe da suora, la gonna nera lunga fin soto il ginocchio, un gemellino di lana beige, un filo di perle al collo (dai, facciamo che e' una Maria Goretti d'alto borgo), e uno sguardo da Lady Diana nell'intervista in cui si discolpava di tutta la grassa baldoria che aveva fatto alle spalle di quel pover allocco di Prince Charles.
(e qui chiedo scusa a chi tra voi e' una grande fan di Maria Goretti, riconosco di non sapere di cosa sto parlando, concedetemi la licenza blogghesca, una Goretti fittizia, suvvia...)
Ecco, Maria Goretti parla come un robot. Non dice neanche cose assurde, anzi, dice cose molto sensate (quasi tutte). Pero' le dice con il tono di dun robot, senza la minima espressione facciale, tranne un leggero barlume di follia omicida che le sfavilla nell'occhio quando qualcuno del 'pubblico' fa delle domande un po' strane (indovinate chi).
Come prevedibile, si parla di genitorialita' e di pma, e lei mette in chiaro che la fase pma deve essere superata, un capitolo chiuso per la coppia, al momento dell'avvio delle procedure per l'adozione. La coppia deve in un certo senso essersi riconciliata con l'impossibilita' di procreare.
E qui le parte l'embolo e nella sua vocina tutta compunta, lo sguardo contrito, la bocca dalle labbra inesistenti, dice:
E' importante che ci sia l'ELABORAZIONE DEL RUTTO
Giuro non me lo sto inventando.
Ha detto proprio cosi.
E nessuno, ma proprio nessuno (nemmeno Sfolli) ha battuto ciglio. Eravamo tutti li a fare gli stuoini, capite, perche' lei sara' anche quella che verra' a casa di questa gente (noi per fortuna siamo in un altro distretto, ma magari capitiamo anche peggio eh) a giudicarle.
A giudicare se hanno elaborato il rutto.
Ma andiamo avanti.
La cosa che mi premeva di piu' in questa riunione era approfondire una cosa che mi aveva lasciata di me di sasso quando avevo parlato al telefono con Maria Goretti.
E cioe' che avendo una Picca di 10 mesi, ci e' vivamente sconsigliato avviare la procedura per l'adozione.
Perche', chiederete voi?
Dopo tutto, se per adottare ci vogliono anni e anni, non sara' meglio cominciare subito, cosi non ci sono troppi anni di differenza tra Picca e l'auspicato fratello/sorella?
Dopo tutto, non e' meglio introdurre a Picca l'auspicato fratello/sorella il prima possibile, cosi che imparino ad amarsi fin da subito, cosi che possano avere una storia comune fin da subito, cosi che questo evento venga sedimentato nella sua memoria come una cosa naturale, che c'e' sempre stata (come pure il racconto di come e' stata concepita, se il paragone puo' aver senso)?
Neeeuuu, of course not.
Maria Goretti mi illumina alla riunione.
Dovete sapere che nel caso di un nucleo familiare con figli, le SS devono fare un lavoro ancora piu' approfondito, per capire se il figlio e' in grado di accettare l'ingresso in famiglia di un elemento esterno. E siccome Picca a 10 mesi non puo' dimostrare di essere a suo agio con questa scelta, che non le creera' delle turbe mentali ecco, allora e' inutile che ci proviamo.
Praticamente, dovremmo aspettare che Picca abbia...mmmh...fammi pensare...facciamo pure 18 anni, dai, per esser sicuri, allora lei potra' firmare un bel consenso informato, e allora si, che le SS saranno certe che l'adozione non ci sconvolgera' troppo in famiglia.
No, dai seriamente.
E io che avevo si messo in conto incertezze, incoerenze, assurdita', colpi bassi, fatica, sudore insomma tutto questo...ma di non poter neanche lasciare i blocchi di partenza, questo non me l'ero immaginato proprio.
E invece avrei dovuto immaginarmele, le SS che appena scoprono che Picca non solo e' nata da PMA, ma pure da PMA eterologa, stringono gli occhietti miopi e fanno no no con la testolina, dicendo che insomma, come possiamo noi pretendere che Picca si confronti e si rinconcili con la faccenda del legame genetico mancante, se in piu' le mettiamo anche un estraneo in casa?
E forse non avrebbero tutti i torti...non so, voi che ne dite?
A me lascia perplessa il fatto che una coppia per essere giudicata idonea all'adozione debba dimostrare di essere in grado di crescere un figlio edcuandolo alla diversita' (come sottolineato da Maria Goretti stessa).
Ma che allo stesso tempo una coppia idonea non sia ritenuta necessariamente in grado di educare un figlio gia' esistente ad accogliere la diversita'. A maggior ragione quando questa diversita' e' qualcosa con la quale la coppia ha deciso di confrontarsi apertamente nel percorso di costruzione dell'identita' di un figlio nato da eterologa.
E io che credevo che avere una Picca nata da eterologa e mostrare apertura verso il racconto di questa cosa come parte irrinunciabile della costruzione della nostra identita' di famiglia ci ponesse in qualche modo in un aposizione di 'vantaggio'.
E invece no, non possiamo neanche cominciare perche' abbiamo aun figlio (nato da eterologa al quale diremo questa cosa) e forse non saremo in grado di educarlo alla diversita'.
Pensa un po'.
Magari voi mi potrete aiutare a vedere altre prospettive, a illuminarmi, a riconciliarmi. Sul fatto che sia un percorso difficile e del quale non so nulla. E so anche che qualsiasi paragone con una genitorialita' biologica non abbia alcun senso
(e infatti io non sto dicendo che avere gia' un figlio ci rende dei migliori candidati, sto solo dicendo che penso di poter sostenere che la diversita' in casa nostra verra' affrontata eccome, adozione o non adozione).
Pero' intanto questa cosa che
"ah ora non possiamo perche' se poi Picca fra 5 anni s'incazza" mi rimane un po' sullo stomaco.(burp).
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