Tante, tantissime foto sul degrado di Villa Gordiani

Invio alcune foto degli scorci più pittoreschi di “Villa Gordiani”, in zona Prenestina. La villa è “tagliata in due” dalla via Prenestina ed è (dovrebbe essere) un parco archeologico di età imperiale (III secolo d.c.) che racchiude preziosi resti di una antica villa patrizia. Il parco, da sempre (decenni) trascurato e lasciato in stato di semi- abbandono per quanto riguarda la cura del verde pubblico e la pulizia, è di fatto una terra di nessuno e spesso rifugio nelle ore notturne di alcolizzati e senza fissa dimora. L’ingresso della villa, sul lato di Via Olevano Romano, è imbrattato da disgustosi graffiti. Lo sterrato è completamente sconnesso e pieno di buche in tutti i viali, che alle prime piogge diventano degli acquitrini. La ghiaia, che veniva in passato almeno spianata, è quasi sparita. L’erba è lasciata incolta in molte zone, ad “effetto foresta”. Cestini rari e insufficienti, panchine vandalizzate. Paletti di ferro arrugginiti spuntano senza scopo dal terreno in alcuni punti. Il gioco della palla, in teoria vietato (come in tutte le ville in Europa) dai cartelli all’ingresso, viene praticato in maniera selvaggia tra urla e pallonate alle panchine, e non esiste un custode con funzioni di sorveglianza per vari ettari di parco. Si noti come l’edificio cilindrico recintato nelle foto, un’antica cisterna romana del complesso del Mausoleo, versi in stato di completo abbandono, circondata da impalcature cadenti e arrugginite, erba alta 1 metro e, in ultimo, sede abituale di posizionamento di “scodelle” per il cibo dei gatti che la abitano.
Come ultima delizia per gli occhi, nel lato della villa che da su via Olevano Romano, si possono ammirare i recenti affreschi lasciati con la bomboletta spray sui ruderi di oltre 1700 anni fa. In particolare, la scritta “TI AMO” in bella vista sul pezzo di muratura nella foto, risale all’estate del 2013, nessuno ha provveduto o tentato di cancellarla, anzi se ne sono aggiunte delle altre. Le foto tuttavia non possono descrivere le sensazioni olfattive della birra, dell’urina e degli escrementi, di uomo e di cane, lasciati seccare attorno alle panchine, che allietano giovani e anziani che provano a sedersi all’ombra, magari in una giornata afosa, per trovare un po’ di ristoro.