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Tanto Tantra, un romanzo che ha l’aroma del caffè

Creato il 10 maggio 2013 da Mediadigger @mediadigger

coverRomanzo d’esordio di tutto rispetto, questo di Mauro Sandrini: prima di tutto perché non è un romanzo autobiografico – o semiautobiografico – come accade per la stragrande maggioranza dei romanzi d’esordio: qui ci sono personaggi veri, molto diversi dall’autore e ben definiti, vivi, plastici.
In secondo luogo perché la trama concentra in se molte caratteristiche difficili da ottenere tutte insieme: articolata ma non complessa, fatta di squarci interiori ma anche di azione. E, soprattutto, avvincente.
Non mi capita molto frequentemente di interrompere un capitolo a malincuore con la voglia di ritrovarmi al più presto in compagnia dei personaggi del libro, in mezzo alle loro vicende, curioso di vedere “come va a finire”.
E invece con Tanto tantra di Sandrini mi è successo proprio questo.
Dopo il suo Elogio degli ebook, piccolo saggio (anche se non lo è tecnicamente, e comunque non è solo un saggio) dove in effetti già si intuiva la vena affabulatoria, la grande umanità espressiva di Sandrini, questo suo primo romanzo potrebbe anche chiamarsi “Elogio del caffè (amaro)” perché il caffè (inteso come bevanda e come locale) è indubbiamente il liquido amniotico dove galleggiano i personaggi, le loro vicende, le loro intuizioni esistenziali, le loro passioni.
Al centro di tutto sta il caffè, che per gli illuministi era il simbolo della ragione, e qui, con un gioco di parole, potrebbe essere il simbolo dell’illuminazione interiore, della sveglia che suona un’ora diversa da quella a cui ci eravamo risvegliati fino a poco prima.
Forse, come è capitato a me, dopo aver letto “Tanto tantra” avrete un rapporto diverso con la calda bevanda scura: un rapporto probabilmente più intimo, sicuramente meno superficiale.
E non solo con il caffè. 


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