Lo scorso venerdì , nella cittadina di Kariakoo, non lontano dalla capitale economica del Tanzania, che è Dar es Salaam, è stata inaugurata l’ultima, in ordine di tempo, filiale della Banca delle Donne del Tanzania.
E altri sportelli bancari esistono, dopo cinque anni di piena attività, anche a Dodoma, capitale politica e amministrativa e, poi, a Mwanza.
Si tratta, ma i più sono già informati, di un’iniziativa pubblica nata tempo addietro proprio per le donne allo scopo di favorire l’imprenditoria al femminile.
Nella Banca delle Donne del Tanzania è possibile ottenere prestiti agevolati e ciò significa,grossissima novità, consentire alle donne, quelle che ne posseggono le doti, la realizzazione allo scoperto, nella società, e con tanto di riconoscimento pubblico, delle loro arti e dei loro mestieri.
Così, oltre che a contribuire in solido alla modesta economia del proprio nucleo familiare, le donne tanzaniane stanno avviando per gradi, e anche grazie alla diffusione dell’istruzione, quel processo di emancipazione reale dal maschio che, a casa loro, rimane molto importante.
Non era certo così anni addietro (parlo di una trentina d’anni fa) quando l’uomo sposato (e anche lo scapolo) solitamente emigrava nelle città o negli stati vicini per trovare lavoro e la donna si ritrovava interamente sulle spalle il peso di una famiglia allargata e in più il gravoso lavoro dei campi.
Il Tanzania infatti, accanto al turismo, possiede come risorsa prioritaria nota l’agricoltura.
Oggi, però, esso può contare anche sulla piccola industria. Quella al femminile ,che non tarderà, tempo al tempo, a crescere di dimensioni. E a divenire media.
A Dar es Salaam, per esempio, di medie industrie, specie nel settore conserviero,legato all’agricoltura, ce n’è più di una.
Per facilitare le operazioni bancarie (e qui torna in ballo l’imprescindibilità dell’istruzione anche per la donna) la Banca delle Donne del Tanzania per pagamenti e prelievi sta ultimamente pensando, addirittura, all’introduzione dell’uso del cellulare .
E questo (se esiste la rete e di solito ci pensano i cinesi), considerando le enormi distanze in Africa tra villaggi rurali e città, è davvero una innovazione molto vantaggiosa.
Un’autentica benedizione per tutto e tutti.
Insomma progresso in Tanzania è anche "Donna".
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)