Ve ne ho parlato alla sua partenza, circa 3 anni fa e, come d’incanto, Tara è già tornata.
E’ ormeggiata dal 31 marzo scorso nel porto francese di Lorient, in Bretagna, lo stesso da cui era partita, la barca a vela di trenta metri che per due anni e mezzo ha ospitato a bordo la prima fase della spedizione scientifica TARA OCEANS
La sua missione?
Svelare la vita segreta degli oceani per capire come respira il pianeta.
Dopo aver percorso 600.000 miglia e essersi assicurati migliaia di campioni di virus, batteri e minuscoli esseri viventi uni o pluricellulari che popolano gli oceani del pianeta,
i ricercatori arruolati lavoreranno d’ora in poi sulla terraferma.
Perché cercare nel mare la soluzione agli enigmi del clima?
Perchè gli oceani sono il secondo polmone della Terra.
E’ lì che finisce metà dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera ed è lì che si produce metà dell’ossigeno che respiriamo.
I ricercatori avevano l’obiettivo di conoscere con esattezza le tantissime specie che compongono i micro organismi marini e il modo in cui questi interagiscono tra loro e con l’ambiente che le circonda.
Dalle analisi si augurano di conoscere qualcosa di più sui fenomeni che coinvolgono l’intero pianeta e, soprattutto quelli legati ai cambiamenti climatici.
Detta in parole povere, provate a pensare quanta storia possono raccontare questi piccoli organismi che vivono nell’acqua!
Quanta vita è passata attraverso il mare che ha raccolto migliaia di informazioni su cambiamenti che ha subito negli anni il nostro ecosistema!
Sono questi minuscoli micro organismi che permettono di trasformare in ossigeno la metà dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera.
I cambiamenti climatici riguardano tutti?
Assolutamente si!
Inoltre, in questi giorni, è arrivata una notizia preoccupante che riguarda gli Inuit.
Infatti, uno studio condotto dall’Università canadese di Guelph, ci informa che il riscaldamento globale potrebbe essere la causa di un aumento delle malattie nella popolazione Inuit.
Sapete già quanto questo popolo mi sia rimasto nel cuore dopo il mio viaggio in Groenlandia.
Gli Inuit sarebbero sempre più colpiti dalle malattie causate dalla proliferazione di un particolare tipo di batteri, portata dallo scioglimento dei ghiacci a causa dell’innalzamento continuo della temperatura del globo.
I ricercatori canadesi hanno scoperto che, a seguito di repentini scioglimenti di ghiacci, si verificherebbe un aumento dei batteri, tra gli altri, del genere Escherichia Coli, che porterebbe a vere e proprie epidemie.
Questo perché i ghiacci, sciogliendosi, libererebbero nelle acque dolci, utilizzate dagli Inuit per dissetarsi e per pescare, quantità sempre maggiori di batteri.
Ho sempre parlato delle conseguenze che il global warming sta avendo sugli animali e sull’ambiente ed è molto grave quello che sta succedendo agli Inuit.
Siamo tutti collegati e legati al nostro Pianeta.
Se la Terra soffre perché non ne abbiamo rispetto, è normale che chi la abita ne subirà le conseguenze. Quello che succede alla popolazione Inuit è la punta dell’iceberg!
Possiamo ancora cambiare le cose, siamo in grado di invertire il processo di degrado che il nostro pianeta sta subendo.
Sappiamo per certo che se cambiamo tutti insieme il risultato sarà tangibile!
Basta vedere quello che siamo riusciti a fare con l’ora della Terra!
Riflettiamo e cambiamo!