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Taranto come Bhopal

Creato il 15 agosto 2012 da Albertocapece

Taranto come BhopalMassimo Pizzoglio per il Simplicissimus

Alcuni amici, a commento della polemica sul caso Ilva, suggerivano il consiglio del governatore Burlando di “esportare il modello Genova per salvare l’Ilva di Taranto”.
E il buon Burla può anche essere contento di aver risolto il problema per la sua città, ma non può dire di aver risolto il problema.
Anzi, la sua frase rivela un lapsus freudiano : “esportare il modello Genova” è esattamente ciò che ha fatto l’Ilva.
L’ha esportato a Taranto!

“Per quanto riguarda la diossina, gli impianti dell’Ilva ne emettevano nel 2002 il 30,6% del totale italiano, ma sulla base dei dati INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti) del 2006, la percentuale sarebbe salita al 92%, contestualmente allo spostamento in loco delle lavorazioni “a caldo” dallo stabilimento di Genova.”

Quando fu chiuso lo stabilimento “a caldo” a Genova, semplicemente l’Ilva ha trasferito le lavorazioni altamente inquinanti all’impianto sui due mari, dove evidentemente le problematiche ambientali avevano un’altra considerazione.

Perchè questo è il metodo delle aziende che inquinano: se vi fanno chiudere una fabbrica che ammazza la gente, spostatela in un luogo dove siano più malleabili, dove muoiano senza fare tante storie, dove se capita un incidente grave non mettano nessuno in galera e non costi troppo in risarcimenti.
Ti fanno spegnere i forni a Taranto? attraversa l’Adriatico, magari in Slovenia o in Serbia… (no, la Serbia no, hanno appena cambiato governo, già stanno buttando fuori Marchionne)

Vabbè, un posto si trova, magari la Grecia, che son dal culo…

L’impianto di Bhopal non era lì perchè la manodopera costava poco, ma perchè, se fosse capitato quel che è poi successo, le conseguenze per la proprietà, magari con qualche scatola cinese sacrificata, non sarebbero state gravi come nel Wisconsin, dove gli avrebbero cavato la pelle per farci le borse con cui portare via fino all’ultimo centesimo di capitale sociale e personale.

E questo non cambierà finché ci saranno politici di ogni schieramento che dicendo di difendere i posti di lavoro, avalleranno le “politiche” scriteriate e senza scrupoli di industriali d’accatto, nel senso più stretto del termine: industriali che, ammantandole con i più svariati vezzeggiativi, lanciano attività dove governi, nazionali o regionali, fanno ponti d’oro, pagano tutto (anche le bonifiche a posteriori), riciclano stabilimenti in disarmo, pur di apparire come “quelli da un milione di posti di lavoro” di lillipuziana memoria, anche se i posti sono in realtà una minuscola frazione di quelli promessi e neanche per lungo tempo.

In quello noi italiani non siamo peggiori di altre nazioni, solo che quelle sono considerate “emergenti” mentre noi siamo considerati (e ci consideriamo) “affondanti”.

E i ratings delle agenzie internazionali (che non mi sogno di difendere neppure per un istante) sono sempre criticatii come i giudizi delle gare alle olimpiadi: meritavamo l’oro, ma hanno voluto considerare un attrezzo caduto fuori limite più del dovuto, han voluto far vincere l’inglese, quella rete c’era e l’arbitro era cieco o peggio…

Allo stesso modo sono considerati i dati sull’inquinamento e i giudici: opinabili, fallaci, incerti, discutibili…

E questo non dai vecchietti sfaccendati al bar sotto casa, no, da fior fiore di ministri della repubblica, “tecnici e competenti”.

Già, competenti, da cum petere, chiedere insieme…

E infatti ci chiedono di morire in silenzio “e insieme” di non rompere tanto le scatole, che i Riva sono amici loro e anche generosi, quindi… Quindi, se, par hasard, venissero accolte le richieste del gip e della parte della popolazione che ancora cerca un futuro in vita per i propri figli, chiediamoci dove verrebbe trasferita quella fabbrica di morti, a chi faremmo il “regalo” di una fallace speranza di lavoro e di una abbondante probabilità di ammalarsi.

Così, giusto per non sentir dire trionfalmente da qualcuno tra dieci anni: “esportiamo il modello Taranto”…


Filed under: Massimo Pizzoglio Tagged: Bhopal, Genova, Ilva, Taranto

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