La città di Taranto con i suoi quasi 200 mila abitanti è una ridente cittadina pugliese, che abbraccia due meravigliose insenature naturali, i golfi, dominandoli. Capoluogo dell’omonima provincia ha sviluppato nel dopoguerra una forte vocazione industriale e marinara. È sede di uno dei più grandi porti commerciale e di una base della nostra Marina che ne assicurava uno sviluppo consistente.
Dal ’65 ha sede quello che doveva essere il IV° centro Siderurgico d’Italia l’Italsider, poi privatizzato (Ilva), ora sotto sequestro. Il più grande centro per la produzione dell’acciaio nel continente. La città conobbe marcato slancio economico, con conseguente aumento della popolazione e del reddito pro-capite, e diventando negli anni a seguire, una moderna metropoli industriale, sede di cementifici, raffinerie ed industrie metalmeccaniche. Ma da qualche anno sembra abbattersi sulla città un disastro senza fine: una sequenza imprevedibile e di difficile soluzione che rischia di mettere in ginocchio economicamente e socialmente l’intera città.
Arrivano i primi preavvisi: Il 18 ottobre 2005 viene ufficialmente dichiarato il dissesto finanziario del comune, a causa della disastrosa condotta delle precedenti amministrazioni locali. Le passività accertate ammontano inizialmente a 357 mila euro, ma per il commissario la cifra sembra invece toccare i 637. Il governo corre in soccorso ma i sacrifici per i tarantini non mancheranno.
Dossier Ilva, una tegola pesantissima
Il 26 Luglio 2012 l’intera area a caldo dell’Ilva di Taranto veniva posta sotto sequestro preventivo con tutti i suoi sei impianti e senza facoltà d’uso; otto persone, tra dirigenti ed ex dirigenti del Gruppo Riva e dello stabilimento tarantino, agli arresti domiciliari. A rischio licenziamento i dodicimila dipendenti (più 3000 nell’indotto) dei cinque altiforni. Il 28 Maggio 2013 I pm di Milano hanno iscritto nel registro degli indagati per truffa ai danni dello Stato e trasferimento fittizio di beni i proprietari dell’Ilva, Emilio e Adriano Riva. L’inchiesta ha portato al sequestro
di un miliardo e 200 milioni dei Riva bloccati nel paradiso fiscale di Jersey. Le indagini daranno risultati allarmanti per via delle contaminazioni di metalli pesanti nella zone limitrofe agli stabilimenti; una situazione disastrosa per la salute, specie per bambini ed anziani. I quartieri a ridosso dell’Ilva sarebbero da evacuare. I titoli dei giornali sono inquietanti: una coppia su quattro a Taranto è sterile, l’infertilità in deciso aumento, il 26% delle donne è in menopausa precoce, quasi novemila i residenti malati di cancro, presenza di diossina, piombo e metalli pesanti trovati nel sangue dei bambini…
Sarà molto difficile riuscire a coniugare le due esigenze principali: salvare i posti di lavoro e tutelare la salute ambientale della città. La situazione ancora oggi resta bollente, dopo il rigetto del dissequestro dei conti correnti, i 53 indagati, e intanto continua a salire l’esasperazione sociale.
Il 29 ottobre, il gruppo Marcegaglia annuncia ai sindacati di categoria e rappresentanze sindacali la cessazione delle attività dello stabilimento di pannelli fotovoltaici, con la conseguente chiusura definitiva degli impianti tarantini. Il licenziamento interesserebbe 140 dipendenti, dal prossimo 31 dicembre, un’ennesima colpo per questo territorio.
Tribunale di Taranto: arriva la sentenza di primo grado del processo per l’uccisione di Sarah Scazzi: dopo una lunghissima attesa, il verdetto Sabrina e Cosima sono colpevoli e condannate all’ergastolo. Michele Misseri a otto anni per concorso nella soppressione del cadavere della nipote e per furto aggravato del telefonino della vittima. Un processo molto seguito dai media e che ha fatto parlare di se per l’efferatezza dei colpevoli.
I militari riducono il personale
I militari, da sempre legati alla bella città insulare, decide di chiudere i battenti di alcune sue sedi. Molti marinai della Marina militare andranno ad Ancona e gli avieri a si trasferiscono a Caserta. Queste la decisione del ministero della Difesa in applicazione di una profonda riforma tendente a razionalizzare gli enti e i reparti sul territorio. Taranto dovrebbe perdere i corsi di formazione. Per oltre un secolo, la baia era sempre stata considerata, storicamente è sempre stata la principale base navale, la sede ideale della nostra flotta.
Uno spiraglio potrebbe arrivare dalla decisione di un’eventuale trasloco degli americani. I Marines sono alla ricerca di una nuova base polisettoriale, dove dislocare anche il comando Usa. Perché Taranto? “La Maddalena si è rivelata troppo piccola e isolata per gestire il traffico logistico, e Napoli o Gaeta non sono più ritenuti accoglienti”, spiega l’esperto militare Stefano Silvestri. L’investimento previsto per il capoluogo pugliese sarebbe di 600 milioni di dollari. Una boccata d’ossigeno per una terra in questi ultimi tempi troppo sciagurata.
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