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Tarantola (Rai) verso l'incontro con Papa Francesco: "La nostra scommessa tra cultura e innovazione"

Creato il 12 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Quest’anno la Rai festeggia i 90 anni di radio e i 60 anni di Tv. Questi anniversari sono occasione preziosa per leggere il presente con occhi diversi e soprattutto per guardare al futuro. La domanda centrale è capire dove oggi sia necessario intervenire, quali azioni attivare per essere un media di servizio pubblico utile, affidabile, capace di creare valore per i cittadini. Per un lungo periodo la Rai, grazie a una offerta significativa e fondante, ha contribuito, con passione e impegno, alla formazione del capitale umano e civile del nostro Paese. Nell’ultimo ventennio lo sviluppo della televisione commerciale e la ricerca dell’audience hanno ridotto l’attenzione ai contenuti culturali ed educativi.
Recentemente il completamento del passaggio al digitale e il rapido e tumultuoso sviluppo della Rete hanno determinato un ulteriore cambiamento, che definirei epocale, nell’industria radiotelevisiva. È mutata in profondità la dimensione comunicativa. Oggi possiamo usufruire di un numero elevatissimo di canali, gratuiti e a pagamento, e di nuove piattaforme. Osserviamo un crescente utilizzo del Web come strumento di visione e di ascolto; una concorrenza sempre più accesa, spesso verso il basso; e la tendenza del pubblico, soprattutto dei giovani, a crearsi il proprio palinsesto passando rapidamente da uno strumento di comunicazione all’altro.
In questo contesto, nel momento apparentemente più difficile, il Servizio pubblico può ancora avere una grande opportunità, ma deve compiere una scelta forte: tornare ad essere una televisione, una radio e ora uno spazio online che, in termini di contenuti e di qualità, fa quello che le altre emittenti non fanno. Realizzare su tutte le piattaforme il sempre attuale slogan della Bbc: informare, educare, intrattenere e ora connettere «bene».
Essere alla frontiera dell’innovazione e promuovere la cultura: in questa direzione ci siamo già muovendo. Siamo intervenuti sull’offerta: abbiamo sensibilizzato tutti i responsabili editoriali a una più appropriata e completa rappresentazione della figura femminile; Rai 5 è diventato il canale culturale; vogliamo trasformare Rai Scuola in un canale di scienze e Rai Storia in un canale di scienze sociali; abbiamo riportato il teatro alla radio e ripensato l’articolazione dei nostri siti. In breve vogliamo tornare ad essere un punto di riferimento per tutti i cittadini facendo leva sui nostri valori fondanti: universalità, indipendenza, eccellenza, diversità, «accountability» (il dover rendere conto pubblicamente e nella massima trasparenza del proprio operato), innovazione.
Il futuro della Rai è bene comune di tutti gli italiani. Ecco perché la Rai stessa deve farsi promotrice di un’ampia, trasversale e approfondita riflessione collettiva sui suoi assetti e destini futuri, che deve raccogliere il più ampio ventaglio di voci e opinioni coinvolgendo tutte le componenti di una società peculiare come la nostra, con una forte identità nazionale eppure sempre più europea e plurale, al tempo stesso regionalmente radicata e internazionalmente protesa. È innanzitutto attraverso l’empatia attenta e saggia con la società italiana che la Rai riuscirà a costruire un’offerta densa di contenuti accessibili a tutti, rigorosi e validati, capaci di fascinazione narrativa e nello stesso tempo orientati a promuovere il valore culturale, economico e sociale delle conoscenze e delle competenze. Questa è la sua scommessa dopo il primo decennio degli anni Duemila. È un percorso non facile e ancora lungo, nel quale credo e crediamo. L’incontro con Papa Francesco sarà un momento di riflessione particolarmente importante su questi temi al quale ci prepariamo con grande gioia.
Anna Maria Tarantolaper "Avvenire"

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