In questa piccola avventura quotidiana in Deutschland abbiamo scoperto che ci sono persone che mangiano in modo molto molto differente dal nostro.
Per parafrasare una notissima battuta di Blade Runner potremmo raccontarvela così:
« Ne abbiamo viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Griglie da combattimento in fiamme al largo dei cancelletti del giardino,
E abbiamo visto i wurstel balenare nel buio vicino alle porte di casa.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo…
come burro fuso nella panna.
È tempo…di fare le analisi del colesterolo. »
La cosa che ci ha colpito maggiormente sono quintali di burro divorati da fauci, all'apparenza, minuscole.
Sarà che qui il burro lo mangiano da sempre, sarà che è diverso, ma sinceramente non riusciamo a capire come possa sopravvivere una popolazione che si nutre con una tale sovrabbondanza di grassi.
Sorvoliamo sulle zuppe di verdure (che sono panna con sporadiche tracce di vegetali) per parlarvi degli abbinamenti che mai le nostre papille avrebbe osato affrontare e i nostri cervelli immaginare possibili:
- pane, strato di burro e nutella;
- bretzel, strato di burro e nutella;
- panettone italiano, strato di burro e nutella;
- cornetto, strato di burro e nutella.
Pensavamo di avere in casa un apax, un caso bizzarro, un'eccezione e invece ci siamo resi conto che questa è un'alimentazione parecchio di "moda".
Scoperta fatta con tanto di occhi sgranati e "See ma dai! Anche lui! Anche lei!Incredibile!"; e ogni volta è sempre una prima volta: "Ohhh guarda quello! Lì al tavolo in fondo, ohh anche lui!"
Giusto per non farci notare, sìsì giusto per essere sempre gli italiani noti per essere poco chiassosi ^.*
Che dire siamo sicuri che a noi verrebbe un attacco di colesterolo fulminante dopo una settimana intera con questa alimentazione e per ora proviamo tutto, ma solo con moderazione.
E così per ramazzare un po' la coscienza e per gustare qualcosa di veramente buono, ma senza burro abbiamo copiato una ricetta dell'infallibile Paola Lazzari, direttamente dal suo interno otto (all'interno di Ammodomio).
Credeteci che è così buona da aver mietuto sostenitori e seguaci anche nei fan sfegatati del grasso e del burro; in due settimane ne abbiamo fatte ben 2.
Questa è una ricetta antica che è giunta fino a noi grazie a Claudia Roden, scrittrice, antropologa, cuoca, presentatrice di show cooking e sicuramente tanto altro.
Se potete andate un po' QUI o QUI ha curiosare, noi non sapevamo chi fosse e ne siamo rimasti affascinati.
Ve la facciamo breve, secondo la Roden la Tarta era una torta di pasqua originaria della cucina ebraica conservatasi nella tradizione spagnola grazie ai conversos (gli ebrei , ob torto collo, convertiti al cristianesimo).
Insomma un altro caso in cui ci sentiamo contenti come dei bimbini: ogni volta che si innesca un percorso di nuove scoperte pensiamo che il mondo dei blog è proprio bello ^_^
La particolarità di questa ricetta è che si deve usare ogni parte dell'arancia e questo rende l'impasto molto profumato, quasi speziato e un vagamente amaro; per capirci un pochino pochino come la marmellata.
Una piccola nota: la torta resta umida per questo se avete ospiti vi consigliamo di mettere lo zucchero a velo all'ultimo minuto altrimenti lo assorbe e diventa un pochino più scura.
Ingredienti
250 g farina di mandorle (noi l'abbiamo presa già pronta a grani grossi con un po' di pellicina, ma per essere più chic quella a grani sottili tutta bianca è perfetta)
250 g zucchero
2 arance bio
6 uova
1 cucchiaino di lievito
punta di bicarbonato (noi, non presente nella ricetta originale)
1 bac. vaniglia
zucchero a velo se si vuole
Procedimento
Mettere le arance a bollire per 2 ore (noi la seconda volta abbiamo controllato e dopo un'oretta erano già pronte). Una volta cotte lasciarle raffreddare e poi taglizzarle e frullarle con scorza (avendo, ovviamente, l'accortezza di buttare eventuali semi).ù
Montare le 6 uova e poi aggiungere lo zucchero, le mandorle, il cucchiaino di lievito e la polpa d'arancia.
Cuocere a per 1 oretta (con il nostro forno scalcinato qualcosina di più).
Bene, ormai dovreste saperlo da soli: è venersì, la ricetta è glutenfre = partecipiamo al 100% Gluten Free (fri)Day!
* "Tutti gli ingredienti per essere consumati tranquillamente dai celiaci devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione."