TASI e tasse sulla casa: l’anno prossimo cambia di nuovo tutto?

Creato il 08 ottobre 2014 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Il countdown per il pagamento della TASI 2014 prosegue inesorabile: nelle case degli italiani stanno arrivando proprio in questi giorni le comunicazioni da parte dei Comuni nelle quali si fa presente che esiste il tributo sui servizi indivisibili e deve essere pagato. Le amministrazioni comunali più evolute stanno inviando anche i bollettini con l’importo da versare per ottemperare al tributo, ma per la maggior parte dei cittadini la necessità è quella di arrangiarsi.

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Nel frattempo nelle ultime 48 ore sono balzate all’onore delle cronache un paio di dichiarazioni di peso, con riferimento al tributo: da una parte si è espresso l‘onnipresente premier Matteo Renzi, dall’altra ha fatto sentire la sua voce il presidente dell’Anci Piero Fassino. Andiamo ad ascoltare le loro voci.

Matteo Renzi ha tuonato dall’alto della diretta televisiva serale di Rete 4 (via Paolo Del Debbio a Quinta Colonna): “Non da quest’anno perché quest’anno c’è la TASI che è una scelta del passato, ma dal 2015 ci sarà un’unica tassa, secca, chiara nei Comuni per case, strade, asili, giardini e servizi”. Renzi ha spiegato che dall’anno prossimo sarà il singolo Comune a decidere quale aliquota scegliere e sarà proprio l’amministrazione comunale ad essere “responsabile di fronte ai cittadini”. Un annuncio nella direzione della semplificazione dopo il grande caos degli ultimi mesi con riferimento alla complessiva imposizione tributaria sulla casa.

Piero Fassino, nei panni del presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, si è soffermato sul peso della TASI e sulla sua comparazione con la vecchia IMU: “Quando si compara TASI a IMU si fa una operazione non corretta, perché spesso la si compara con la mini-IMU. Bisogna invece comparare la TASI all’IMU intera del 2012. Il tributo sui servizi indivisibili costa meno ai cittadini dal momento che l’IMU 2012 aveva come aliquota il 4 per mille, alzata in alcuni comuni. Oggi l’aliquota massima della TASI è il 3,3 per mille. La comparazione va fatta con dati omogenei”.  Un appello alla chiarezza, quello del presidente ANCI, che ha poi tirato in ballo anche la polemica sui balzelli posti dai sindaci per compensare i minori introiti derivanti dallo Stato: “Non abbiamo compensato quanto tagliato, nessun sindaco si mette allegramente ad aumentare le tasse” ha chiarito la questione Fassino, difendendo la categoria di sindaci.

Parole, dichiarazioni, esternazioni: ma l’unica cosa concreta che accade per il momento è il palesarsi della rata della TASI sulle spalle (già vessate) degli italiani.


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