2015 anno di rincari. Sono infatti già 12 le imposte che subiranno un aumento nel nuovo anno ormai alle porte.
- Acqua potabile
- benzina e gasolio
- multe per violazione del codice della strada
- tasse automobilistiche dovute anche per gli autoveicoli e motoveicoli ultraventennale di interesse storico e collezionistico
- pedaggi autostradali
- contributi previdenziali per artigiani e commericanti
- contributi previdenziali gestione separata Inps
- birra e prodotti alcolici
- tassazione dei fondi pensione
- tassazione sulla rivalutazione del Tfr
- riduzione esenzione sui capitali percepiti in caso di morte in presenza di assicurazione sulla vita
- Iva per l’acquisto di pellet
Queste, al momento, le categorie che subiranno un leggero rialzo.
Giuseppe Bortolussi, il segretario della CGIA, sottolinea come “I soggetti interessati da questi aumenti saranno in particolar modo gli automobilisti e tutte le categorie professionali che utilizzano quotidianamente un’auto o un camion, come i taxisti, gli agenti di commercio, gli autonoleggiatori o gli autotrasportatori. Oltre all’aumento del costo del carburante, dal 1° gennaio scatteranno il ritocco delle sanzioni in caso di violazione del codice della strada, il probabile aumento medio dei pedaggi autostradali fino all’1,5% e le tasse per le auto/moto storiche.”
Ma a risentire maggiormente dei rincari saranno i lavoratori autonomi, coloro, quindi, non iscritti ad alcun albo professionale, e per i quali ci saranno aumenti del 27-30%.
Il segretario Bortolussi, sostiene che per sconfiggere questo periodo di crisi che ormai tervigersa sul nostro Paese da troppo tempo, sia indispensabile il rilancio dell’economia interna. “Sebbene sia stato confermato il bonus Irpef per i redditi medio-bassi e le bollette di luce e gas siano destinate a subire una leggera flessione, nel 2015 i consumi delle famiglie continueranno a ristagnare, attestandosi, secondo le previsioni, attorno ad un modesto +0,6 per cento. Seppur in aumento rispetto agli ultimi anni, con questi livelli di crescita torneremo alla situazione pre-crisi solo fra 10-12 anni. Se vogliamo uscire da questa fase di depressione dobbiamo assolutamente rilanciare la domanda interna attraverso un ripresa degli investimenti, una riduzione del carico fiscale e un conseguente incremento degli impieghi a favore delle famiglie e delle piccole imprese. Le decisioni economiche prese in questi ultimi mesi vanno nella direzione giusta, ma sono ancora troppo timide. Con un tasso di disoccupazione che nel 2015 è destinato a sfiorare il 13% non abbiamo alternative: dobbiamo ridare slancio ai consumi interni”.