Dopo l’intervento della BCE, i tassi del mutuo sono destinati a scendere, specie quelli a tasso variabile. L’Euribor a tre mesi ha toccato il suo minimo storico.
Da un punto di vista della reazione delle borse e sul mercato dei bond pubblici, il taglio dei tassideciso dalla BCE si è rilevato clamorosamente un flop. La ragione è che i mercati sono stati colpiti negativamente dalle parole del governatore Draghi, che parla di ripresa ostacolata dall’alto tasso di disoccupazione. In ogni caso, il taglio dei tassi ha avuto un effetto certamente positivo, ossia quello di fare scendere i tassi del mutuo.
Come sappiamo, la questione riguarda principalmente coloro che hanno contratto un mutuo a tasso variabile. Questi è agganciato all’Euribor, che ieri ha toccato il minimo storico sulla scadenza a tre mesi, passando dallo 0,641% allo 0,549%. In calo anche l’Euribor a sei mesi, che scende dallo 0,92% allo 0,831%.
Cosa significa questo? Che già a luglio, chi contrarrà un mutuo a tasso variabile potrà beneficiare di un ulteriore calo della rata mensile, ovviamente di dimensioni variabili, dipendenti dalla durata del prestito. In realtà, già da diversi mesi i mutuatari hanno potuto beneficiare del calo dell’Euribor, con una discesa dei tassi di 80 punti base da gennaio, con una riduzione media della rata mensile di 80 euro per un mutuo di 150 mila euro e durata di 25 anni.
Stando a Mutuionline.it, già oggi mediamente si pagherebbe un tasso compreso tra il 3,45% e il 3,585%, per chi accende un mutuo a luglio.
Gli esperti, tuttavia, precisano che i migliori vantaggi saranno ottenuti soprattutto da coloro che hanno acceso un mutuo fino al 2009, in quanto gli istituti di credito hanno cercato di attutire il colpo del crollo dell’Euribor, incrementando lo spread, ossia il tasso sull’indice di riferimento.
Benefici anche per chi dovrà contrarre un mutuo a tasso fisso, visto che esso risente lo stesso del calo generalizzato dei tassi. Anzi, a dire il vero, la discesa dell’Eurirs è stata abbastanza brusca. Quello a 10 anni è passato dal 2,29 di inizio gennaio all’1,65% di inizio giugno; a 20 anni, è sceso dal 2,66% all’1,88%, sebbene i mutui a tasso fisso continuino a restare più onerosi di quelli a tasso variabile, con offerte mediamente sopra il 5%.