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Tasta tra le nuvole: cos’è il cloud computing?

Creato il 11 maggio 2011 da Roccosicilia @roccosicilia

Se ne sentono di ogni ed in qualsiasi contesto, sembra che tutto il business dell’informazione e la tecnologia debba smaterializzarsi in qualcosa che, di fatto, solo gli addetti ai lavori hanno capito cosa sia. Allora cos’è il cloud computing? E’ davvero la soluzione ai crucci di gestione dei manager che vorrebbero tagliare i propri settori ICT e sostituirli con il cloud? O serve a qualcosa di diverso?

Per prima cosa identifichiamo i contesti in cui possiamo parlare di cloud computing. Attualmente le soluzioni che il mercato propone si muovono su tre “tipologie” di servizi:

  1. Software as a Service (SaaS): si tratta della remotizzazione di un software utilizzato massivamente dall’utenza che vi accederà attraverso internet o una rete privata dedicata (VPN, MPLS, ecc). Un esempio classico è inerente i servizi di posta, molte aziende che per anni hanno mantenuto server di posta presso le proprie sedi passano a soluzione integrate gestire da aziende terze che si occupano della gestione hardware e software dell’applicazione.
  2. Platform ad a service (PaaS): molto simile al Software as a Service ma ad essere erogata non è una singola applicazione bensì un insieme di applicazioni e servizi definibili con il termine piattaforma.
  3. Infrastructure ad a service (IaaS): forse la tipologia di servizio che più si avvicina al concetto di cloud computing, si tratta di usufruire di risorse hardware esterne su cui far girare i propri sistemi e servizi.

Queste tre applicazioni del concetto di cloud computing hanno scopi e target differenti.

SaaS è probabilmente più indicato a coloro che di fatto vogliono poco o nessun coinvolgimento su come viene erogato il servizio, è quindi un’opzione utile a quelle aziende che, pur avendo la necessità di infrastruttura ICT, tendono ad investire poco in risorse interne (materiali ed umane). Acquistare un pacchetto di servizi all’esterno risolve parzialmente la questione: qualcuno dovrà pur capirci qualcosa per evitare di comprare un servizio poco adatto alle esigenze o a prezzi fuori mercato, di solito chi ci capisce -davvero- qualcosa è proprio il personale ICT. Inoltre aver demandato la manutenzione non significa sempre aver demandato anche la gestione.

PaaS è già qualcosa di più complesso, trattandosi di una piattaforma è molto probabile che vi sia la necessità da parte dell’utilizzatore di gestire e personalizzare molti aspetti della piattaforma erogata come servizio. In questo caso è forse ancor più necessario l’apporto di personale qualificato che a sua volta può essere interno o esterno.

IaaS è il modello di cloud computing per eccellenza ed è ad uso degli addetti ai lavori, dei tecnici informatici che sanno qual’è il contesto in cui operano e hanno scelto il cloud computing per sgravare la propria azienda dagli oneri della gestione dell’hardware. In contesti di una certa dimensione è forse la scelta più furba.

Tutto rose e fiori? No :-)

Ci sono degli aspetti controversi nell’adottare soluzioni cloud:

  • La privacy: di fatto i dati aziendali sono ospitati da aziende terze in chi sa qualche Datacenter e la cosa può dar fastidio al proprietario del dato
  • Affidabilità del servizio: se è vero che ci sono Datacenter che vantano UpTime invidiabili ci sono anche quelli che sono down una volta al mese. Potrebbe non essere una situazione sostenibile da parte della nostra azienda.
  • SLA: avere personale interno che gestisce un problema ed averlo esterno sono due cose molto diverse.

Personalmente sono un sostenitore del cloud computing, soprattutto in virtù delle attuale tecnologie di consolidamento hardware, ho voluto scrivere questo articolo per fare un po’ di chiarezza sui fini di questa tecnologia e su come credo sia bene utilizzarla.


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