di Giacomo Parretti
tastierista live – da gruppi.rooar.com
“Tu suoni la pianola?” – “Pianola sarà tua sorella”…
Cari, carissimi, illustri lettori di PostPopuli. Oggi scrivo sfogandomi, un po’ per bisogno di condividere un concetto che fa alterare me e con molta probabilità TUTTI i tastieristi; un po’ su consiglio di D.A.M.A. (Disumana e Accattivante Meraviglia Artistica) la quale mi accusa (simpaticamente)di essere nei miei articoli politicamente, dannatamente troppo corretto.
Sia mai! Non vorrei qualcuno pensasse che io non abbia il dono dell’alterarsi, tipico dei giustificabili ribaltamenti di scrivanie all’interno degli uffici pubblici!
Ecco qua dunque il riportare un dialogo, botta-risposta, molto breve, conciso, avvenuto non troppo tempo fa.
Dopo una discussione avuta in un pub su un brano in diffusione in quel momento (“Come with me” di Puff Daddy – cover di “Kashmire” dei Led Zeppelin) su chi fosse l’autore principale (per i rockettari alla lettura, lo so, è assurdo ma è così), un tizio mi chiede se sono musicista, che strumento suono, e alla mia risposta “sono un tastierista” se ne esce con “AAHHH TU SUONI LA PIANOLA??!!”… la mia risposta come da titolo del post.
Ok! Datemi del permaloso, datemi del pignolo, datemi del rompiballe, datemi di scemo, datemi un calcio nel sedere, datemi ragione (della serie la ragione l’è de’ bischeri) o datemi ragione perché pensate che ce l’abbia davvero, ma non riesco ad accettare che la tastiera venga confusa con la pianola.
Obiettivamente non è neppure una cosa carina da dire… avreste detto a Steve Jobs: “hei, che fai domani, apri bottega?” – o a Jimi Hendrix “che ce lo strimpelli un motivetto?” – o a Dante Alighieri “… un po’ lunga come storiella” – o al Brunelleschi: “Salve geometra, carino il tetto tondo, anche se io lo avrei fatto pari”… boh, forse sto esagerando…
Il punto è che, nonostante la cosa mi colpisca nel personale sentendomi chiamato in causa nella guerra pianola-tastiera, questo chiamare gli strumenti in modo improprio (molti definiscono il basso elettrico “chitarra elettrica” data la somiglianza fisica dei due strumenti) va assolutamente di pari passo, e spiega, quanto menefreghismo si sia evoluto negli ultimi anni sull’approfondimento della cultura musicale.
La vita è sempre più frenetica, e a differenza degli anni ’70 laddove ci si poteva permettere di ascoltare un disco in 33 giri gelosamente sulla poltrona di casa, oggi si tende ad ascoltarla come sottofondo alla guerra giornaliera. La si ascolta in auto mentre in coda si offende quello davanti, in negozio mentre si parla con i clienti, in anticamera quando ci girano le scatole perché siamo in attesa e abbiamo furia di concludere gli appuntamenti quotidiani.
La musica impegnata, e quindi culturalmente superiore, vende sempre meno, perché sempre meno si ha il tempo di poterla vivere.
Questa è una motivazione, siamo d’accordo… ma non l’unica, perché a questa c’è da aggiungere l’abitudine e la comodità di essere frivoli, di non soffermarsi a capire, a comprendere, a studiare.
Solo qualche giorno fa in una serata tra amici discutevamo proprio di questo, e l’argomento principe era il non potersi permettere di giudicare persone che comunque ascoltano musica frivola, e di esempio fu preso proprio lui… Gigi D’Alessio.
Non ci possiamo permettere di giudicare perché de gustibus non disputandum est…
Ok! Ognuno ha i suoi gusti e fa bene a seguirli, ma a mio avviso se parliamo di cultura il discorso cambia.
Capisco chi ascolta musica dal significato leggero che non porta a doversi scervellare per comprenderlo, tipo, improvviso: “sono andato al supermercato a comprare il sale, era finito ed ho comprato il pepe. Ho messo il pepe! ho messo il pepe!”, assolo di chitarra, fine. Se in quel momento si ha bisogno di ascoltarla, lo si faccia (come mi faceva notare l’amica Marzia Dolci).
Ma se invece di ascoltare, si venera o si reputa un grande artista Gigi D’Alessio, vuol dire che semplicemente non si conoscono altri artisti, non si è informati su altri artisti anche dello stesso genere perché magari non si è mai avuto voglia di farlo. E non è offensivo dire che una determinata persona non ha cultura musicale.
Io non ho cultura su praticamente niente … Non sono colto in letteratura, in scienze, in pittura e tanto altro. Questo perché ho concentrato il mio tempo nell’informarmi su altro. Come su altro rispetto alla musica si è informato chi reputa alcuni artisti, grandi artisti.
Non si tratta di giudicare con fare spocchioso, si tratta di ammettere una verità.
Non ho i capelli… VERO; Ho la barba … VERO; Non ho cultura in ambito letterario… VERO; Se reputi grandi artisti dei cantanti che nient’altro fanno che scrivere i più scontati luoghi comuni e che continuamente sbagliano la pronuncia di parole influenzati dal dialetto, quando non stanno cantando in dialetto, non hai cultura musicale… VERO; Il basso elettrico e la chitarra elettrica sono uguali … FALSO.
Spesso, troppo spesso, mi ritrovo a difendere la tastiera dall’accusa di pianola… Stancante ripetersi continuamente, per poi far capire cosa? Se una persona non si è mai informata e non sa che la pianola è il giocattolo e la tastiera lo strumento evidentemente non gliene può fregar di meno … e allora perché battagliare contro i mulini a vento?
“Tu suoni la pianola?”- “Pianola sarà tua sorella!”
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