“Tatuaggi da incubo”

Il Pensatoio

Tatuaggi da incubo

Tra le infinite serie televisive che ogni giorno ci vengono propinate stanno prendendo sempre più  piede i reality show, iniziando da quello che per molti è sicuramente considerato il padre dei reality, mi sto riferendo a “Grande Fratello”, spaziando poi a tutti i più vari ed originali settori. E mi spiace dirlo, ma hanno vinto loro. Se per anni ho rifiutato di guardali, adesso, mio malgrado, mi trovo sempre più spesso a seguirne qualcuno. Uno degli ultimi che ha attirato la mia attenzione e “tatuaggi da incubo”, una mini serie trasmessa da qualche tempo su Sky Uno.
Tre esperiti tatuatori, Tommy Helm, Big Gus, e Jasmine Rodriguez, con la loro bravura, riescono a far scomparire dalla pelle delle persone gli orrori di precedenti tatuaggi mal riusciti o che non piacciono più. Con questa trasmissione, di per sé veramente leggera però, si vuole affermare ciò che, ci piaccia o meno, è di fatto una nuova forma d’arte: il tatuaggio.
Sull’argomento esistono anche altri reality, ma questo tra tutti mi ha colpito perché intanto si vedono le idiozie che la gente si fa scrivere o disegnare sulla pelle, poi la fantastica maestria di queste persone nel riuscire a camuffare anche tatuaggi grandi ed impegnativi. Nel corso della puntata i clienti che si rivolgono ai tre professionisti raccontano la storia del tatuaggio e cosa li ha spinti a scegliere quel disegno rispetto ad un altro. Infine, dopo ore di sofferenza, (lo so per certo, perché anch’io faccio parte della popolazione tatuata), escono col sorriso sulle labbra per il nuovo capolavoro che sostituisce la precedente schifezza… tutto ciò per parlare del tatuaggio come forma d’arte.
La parola tatuaggio deriva dal francese tatouer, che a sua volta prende origini dall’inglese tatoo adattamento del samoano tatau. Con questo termine si indica sia la decorazione del corpo sia la tecnica di detta decorazione. La tecnica di tatuazione consiste nell’incidere la cute e ritardando, grazie a delle sostanze chimiche, il processo di cicatrizzazione (tecnica di scarnificazione), oppure praticando delle micro incisioni ed inserendo nel derma dei pigmenti coloranti.
Il tatuaggio lo troviamo presente in moltissime culture fin dai tempi antichissimi, in alcuni casi stavano a simboleggiare il ruolo che una persona rivestiva all’interno della comunità, lo status sociale o semplicemente i luoghi che aveva visitato, tipo i pellegrini che si facevano tatuare i simboli religiosi dei vari santuari in cui avevano soggiornato.

Ora, sul perché il tatuaggio sia tornato così prepotentemente di moda se ne potrebbe parlare per giorni, probabilmente in molti casi si tratta di una forma di ribellione o di moda come tante altre. Sicuramente il miglioramento delle tecniche e dei colori, e la sempre maggiore professionalità dei tatuatori contribuiscono a diffondere questo fenomeno dilagante, e con lui anche la scelta di modificare o rimuovere disegni non più graditi.

Allora la domanda è: tatuarsi si o tatuarsi no?

Da un punto di vista strettamente igienico sanitario ed anche psicologico la scelta più ovvia sarebbe no, ma il rovescio della medaglia ci dice che al giorno d’oggi si riescono ad eseguire tatuaggi veramente bellissimi e per molti la gioia di avere sulla pelle un piccolo capolavoro non ha prezzo.