Attraverso la rubrica ” Lettere dalla rete ” – uno spazio a disposizione dal blog per le opinioni – il TAV di Firenze, entrato nel tunnel delle inchieste, visto attraverso un giornalista fiorentino
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Il TAV a Firenze di Carlo Carotenuto
Una mole di dati impressionante per capire senza colpo ferire che quello che si stava profilando per la città di Firenze era una cosa senza logica in rapporto costi-vantaggi, con rischi incredibili idrogeologici, per la stabilità dei palazzi, per l’incolumità dei cittadini, bambini compresi, un parco distrutto, camion che trasportano terra inquinata avanti a indietro per la città per anni.
Tre miliardi e mezzo di spesa per fare due binari in più per il treno quando con una spesa di 300 milioni secondo il progetto alternativo realizzato da professori dell’Università di Firenze si ottiene lo stesso scopo senza scavare. “Quattro fessi” quelli che protestavano, erano stati definiti i Comitati dei cittadini contrari al tunnel Tav sotto Firenze.
Il tutto per risparmiare dai 3 minuti a un quarto d’ora per andare da Roma a Milano o viceversa.
E chi si sarebbe fermato a Firenze poi, in una stazione decentrata scavata sottoterra ex novo, per ricollegarsi con il resto della meta del proprio viaggio avrebbe impiegato minuti e ore supplementari, perché poi dal progetto erano stati depennati i treni navetta per ricollegarsi alla stazione principale di Firenze e alla rete principale dei bus.
E che dire delle case sopra al tunnel a rischio di restare lesionate per gli scavi o piano piano sprofondare perché i due tunnel dovrebbero passare nel bel mezzo di una falda acquifera? E che dire delle due “talpe” che dovevano scavare il tunnel, una da una parte e una dall’altra, dipinte con le insegne di Regione e Comune e pateticamente dipinte di viola con i colori della Fiorentina per farle digerire meglio dai cittadini, che in realtà sono diventate una sola, per risparmiare sui costi?
E si scopre che anche l’unica talpa che è in procinto di essere utilizzata è montata male, con pezzi mancanti, per risparmiare sui costi, con conseguenti pericoli per l’incolumità di chi vi avrebbe lavorato e con conseguente aumento dell’emissione di sostanze inquinanti.
Difficile sintetizzare in poche righe la mole di incongruenze che ho/abbiamo appreso in questi anni.
Che non tutti conoscono, anche perché la televisione ha parlato del caso della Val Susa, perché lì la protesta è stata più rumorosa, ma quello che apprendiamo in questi giorni sull’intervento della magistratura che ha scoperchiato il verminaio di Firenze se possibile forse ancora più eclatante della situazione in Piemonte. Siamo andati oltre l’immaginazione dei più pessimisti, roba da film americano.
Camorra infiltrata negli appalti, collusione con i tecnici e politici, le crepe della scuola Rosai che erano segnale di avviso che la scuola stessa sarebbe potuta crollare addosso ai bimbi, mentre le famiglie erano state rassicurate dai tecnici e dai politici, è stato detto ai genitori che si sbagliavano, che non c’erano pericoli.
Per non parlare delle pareti non ignifughe del tunnel, dove, secondo le intercettazioni e la ricostruzione della Procura, si è giocato sulla riduzione dei materiali, false perizie e finte rassicurazioni dei tecnici collusi e corrotti, una potenziale tragedia per chiunque di noi, qualunque passeggero che avrebbe preso un treno, transitando da Firenze, ingannato e ignaro, avrebbe rischiato di bruciare vivo sotto la galleria.
Tutto questo mi piacerebbe vederlo ogni giorno sui notiziari nazionali e sulle pagine nazionali dei quotidiani, vorrei seguire gli sviluppi della vicenda, così come era successo per la cricca di Anemone e compagni. Ma non trovo abbastanza.
Gli amministratori locali hanno reagito diversamente l’uno dall’altro. Tacciono Chiti e Martini, che da presidenti della Regione Toscana sono stati assolti per prescrizioni dai danni che la Tav ha fatto nel Mugello, fonti prosciugate comprese.
Il presidente della Regione Toscana, Rossi, ha urlato e si è chiesto “Ma lo Stato dove era in tutto questo?”, come se lui vivesse su Marte, e si è detto una volta di più favorevole a portare avanti il progetto Tav, invece di chiedere un risarcimento per i soldi che sono stati spesi fino ad ora per il grande inganno perpetrato.
Tace anche l’ex assessore ai trasporti Conti e responsabile nazionale trasporti del Pd, ma lui è alle prese con il caso della bretella fantasma tra Prato e Lastra a Signa (pagata dai cittadini e mai nemmeno cominciata), ha quindi il suo da fare.
Lui tra l’altro è riuscito (almeno qualcuno lo scrive) a essere annoverato nella lista di coloro che erano contrari alla Tav, solo perché ha tentennato un po’ e ha fatto un po’ di voce grossa con l’amministratore delle Ferrovie mauro Moretti, ma solo per avere più soldi per le opere compensative.
Di fatto il Comune di Firenze prenderà la bellezza (o la miseria) di 85 milioni di euro in cambio del suo silenzio e del suo assenso, soldi che ancora non sono stati stanziati e che poi bisognerà vedere come saranno spesi. Ma questi al momento sono dettagli.
Ora tutto è fermo.
E ancora una volta il merito è di quella magistratura che qualcuno che ha governato l’Italia per otto degli ultimi dieci anni vuole zittire e paralizzare. Chissà perchè?