Te la sei cercata…

Da Femminileplurale

Sottotitolo: che sfiga non essere un maschio eterosessuale!

Qualche giorno fa, con una votazione, la Camera  ha deciso di rifiutare di introdurre l’aggravante di omofobia appellandosi alla presunta incostituzionalità della cosa. Molti parlamentari, tra cui la Carfagna, hanno giustificato il voto negativo, affermando che se fosse passata l’aggravante si sarebbe corso il rischio di privilegiare una minoranza rispetto ad una maggioranza. Come se la maggioranza proprio in quanto maggioranza non possa concedere ad una minoranza di avere quello che in questo caso non è nemmeno considerabile un diritto. Si tratta di una forma di tutela, legata ad una situazione di “emergenza”, una  tutela del fatto che se stai passeggiando e ti gonfiano di botte, siccome evidentemente lo fanno perchè sei frocio e gli dai fastidio almeno vengono puniti un po’ di più, come meritano.

Ma il fatto che questa aggravante sia stata respinta è evidentemente una prova inconfutabile di due cose: 1) la totale incapacità di ragionare logicamente della nostra classe politica; 2) l’omofobia molto più che strisciante di parte dei politici e, ahimè, di buona parte del paese.

Come dicevo,  molti politici che hanno votato in senso contrario appellandosi ad una presunta incostituzionalità effettiva del provvedimento, hanno addotto come ragione il fatto che a partire da questo provvedimento la “maggioranza” ne sarebbe stata discriminata (?). Come se nel momento in cui viene accordato un “vantaggio” ad una “minoranza” automaticamente la “maggioranza” venisse privata di qualcosa.

Per questo dico che l’Italia è un paese omofobo.  é evidente che in parte questo provvedimento avrebbe dato un primo segnale in vista di quell’auspicabile processo di inclusione necessario affinchè non sussista più una discriminazione a livello sociale, culturale, istituizonale, legata all’orientamento sessuale di un soggetto.  A parte gli anatemi della Chiesa e qualche Pride, la comunità omosessuale è ancora ai margini della società istituzionalizzata italiana. Una coppia gay non ha modo di avere tutelata la propria unione, non vede riconosciuto alcun diritto e l’oggetto della discussione parlamentare ci suggerisce che c’è ancora un fortissimo pregiudizio. Il processo di inclusione, che in tanti paesi civili è già per così dire concluso, in Italia non è ancora iniziato. Il parlamento avrebbe potuto dare un segnale forte non solo a livello di scelte giudiziare a legislative, ma anche a livello culturale. Purtroppo (e ovviamente) non l’ha fatto.

A proposito di questo, mi viene in mente il Vademecum per la sicurezza delle donne, distribuito dal comune di Roma. Se ne è parlato molto e qualche giorno fa si è organizzata a Roma una manifestazione di protesta (qui il post di DonnePensanti). Non sto qui ad elencare tutte le idiozie presenti nell’opuscolo che sono state suggerite o dall’evidente malafede o dall’abissale stupidità di chi l’ha scritto, ma mi soffermo solo  sulla cosa che mi colpito di più. Mi sono venuti i brividi (brividi di schifo, s’intende) quando ho letto il frontespizio: “Sicurezza: un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci”. La sicurezza di un cittadino di Roma o di qualsiasi altra città è garantita dallo Stato, la sicurezza di una donna (e a quanto pare di un omosessuale) è un lusso.

Insomma se non sei un maschio eterosessuale è meglio che non ti azzardi ad uscire per strada che non si sa mai.  Se sei un omosessuale e/o donna e giri per strada con il tuo compagno/a per mano e/o sola di notte e qualcuno ti aggredisce il fatto è questo: te la sei cercata e un po’ è pure colpa tua.


Tagged: colpa, omofobia, sessismo, sicurezza, vademecum donne roma, violenza

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