Questo gruppo, è convinto Care, deve solo tornare a credere in se stesso e riprendere a camminare, o meglio correre come successo ai Quins dopo aver digerito il colpo del Bloodgate. La formazione londinese, al di là dell'ultimo periodo di stagione nel quale ha rallentato dopo un inizio a tutto gas, ha messo in bacheca una Challenge Cup, è in corsa anche per l'edizione 2012 (dopo essere uscita dall'Heineken Cup), in Premiership rimane tra le favorite per arrivare fino in fondo. L'Inghilterra deve fare la stessa cosa.
Nel 2004 su un totale di undici Test Match, gli inglesi si imposero 5 volte. Nel 2005, 4 vinte e 4 perse. Nel 2006, solo tre vittorie su indici impegni. Il 2007 è l'anno della RWC francese e arrivano 9 successi e 8 sconfitte. Nel 2008 solo 4 vittorie su 11 impegni. Il 2009 altro pareggio di bilancio: 5 vinte, 5 perse. Nel 2010, nuovamente 5 vinte, 5 perse, un pareggio. Il 2011 si è chiuso con 10 vittorie e 3 sconfitte.
La ricetta di Care è semplice, quasi scontata. In particolare, le sue parole quando vennero pronunciate a RW erano quelle di un convocato nel gruppo di Stuart Lancaster, prima di essere lasciato fuori perché beccato alla guida in stato di ebbrezza, destinato riservato l'altro giorno anche a Delon Armitage dai Saxons.
Il professore Graham Henry è intervenuto in merito, suggerendo a Lancaster e al suo staff di essere più magnanimo d'animo: "I ragazzini non ascoltano se gli dici quello che devono fare, devi portarteli dietro, farli sentire parte". Ed ecco che l'ex manager degli All Blacks campioni del mondo estrae dal cilindro il termine Team Care. Sì, Care. "Gli avremmo fornito tutto il sostegno disponibile e avremmo riservato lo stesso trattamento con Armitage", ha proseguito. La strategia "tolleranza zero" del management inglese, per Henry, potrebbe rivelarsi controproducente: "Capisco il bisogno di disciplina di Lancaster e conosce i ragazzi. Ma spero solo che non sia stato troppo autoritario, troppo presto".