Teatro Biondo, i conti sono in rosso ma dà 130mila euro annui al Bellini

Creato il 07 marzo 2013 da Coralriff @coralriff

La denuncia arriva dalla Slc Cgil cittadina:

«Qual è la necessità di pagare un affitto così caroe di investire soldi per ristrutturare un teatro che appartiene a privati?»

Palermo, 7 marzo 2013

     Il Teatro Biondo attraversa una crisi senza precedenti – con conti in profondo rosso, gli abbonamenti crollati e la gestione del direttore Carriglio messa pesantemente in discussione – eppure si sobbarca un affitto annuale da circa 130mila euro per sostenere il “Bellini”, il più antico teatro del centro storico di Palermo. La denuncia arriva dalla Slc Cgil cittadina. «In un momento conclamato di crisi, in un momento in cui il Biondo ha toccato il fondo dei duemila abbonati, un risultato di botteghino risibile, che senso ha tenere in piedi un altro teatro, quasi fosse l’Opera nazionale francese che mantiene l’Opera di Parigi e la Bastille?», si chiede il segretario, Maurizio Rosso.

     «Qual è la necessità di pagare un affitto così caro e di investire soldi per ristrutturare un teatro che appartiene a privati? Forse – prosegue - il Biondo dovrebbe concentrarsi in una programmazione più pertinente all’attività dello stabile di Palermo». Il connubio Biondo-Bellini nacque nel 2000, quando la direzione artistica dello Stabile – che già da qualche tempo utilizzava lo spazio come attrezzeria e sala-prove – decise di strappare il Bellini all’oblio, prendendolo in affitto, rendendolo agibile e riaprendolo dopo quasi 40 anni, cercando, inoltre, di promuoverne l’acquisto e il recupero da parte del Comune. Erano però altri tempi, tempi in cui il Biondo navigava in buone acque e il botteghino sorrideva, con una media annuale di 10mila abbonati. Altra musica adesso.

    «Con quali collaborazioni si è tenuto in piedi questo secondo teatro aperto, quali operazioni culturali sono state fatte rispetto alle aspettative degli artisti della città? – continua a chiedersi Rosso -. Se era un teatro alternativo, perché il suo palcoscenico non è mai stato aperto alla collaborazione di Emma Dante o di Cuticchio, o non si è mai recuperato un regista come Carlo Collovà, solo per fare alcuni esempi? E non si è mai dato spazio a quartetti, ensemble, compagnie di ballo?». E ancora: «Non ci sembra sia stata inaugurata al Biondo, malgrado da tempo si levi un corso di richieste, nessuna nuova programmazione culturale in questa città addormentata a causa di una programmazione vetusta. In un momento in cui anche i teatri somigliano a stipendifici – conclude -, ci chiediamo: le ristrutturazioni fatte per il Bellini a spese del Biondo sono solo benefici che resteranno al privato?».

Tratto da: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2013/6-marzo-2013/teatro-biondo-conti-rosso-ma-paga-130mila-euro-annui-il-bellini-21249172362.shtml


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