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Teatro: Processo alla strega Matteuccia di Ripabianca

Creato il 26 novembre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Nino Marziano

Floriana La Rocca

Floriana La Rocca

Un evento rievocativo in triplice chiave: Storica, teatrale e processuale, laddove per processuale s’intende la rivisitazione in chiave moderna di un processo accaduto per stregoneria del XV secolo, conclusosi allora, con condanna al rogo. Questo è ciò che l’Accademia Perugina del Donca ha regalato ad un nutrito pubblico la sera di lunedì 25 Novembre, presso la Sala della Vaccara nel Palazzo dei Priori. L’occasione s’inseriva nell’ambito della giornata contro la violenza sulle donne ed il tema trattato ha fornito interessantissimi spunti di riflessione sul come la donna, intesa come foemina, non come mulier o Domina, sia passata, nei secoli, attraverso sofferenze inaudibili per la visione sociale moderna ed occidentale …Sandro Allegrini, presidente del Donca, come già comunemente si usa chiamare la rinomata Accademia è sempre attento ai temi d’attualità che inserisce sapientemente nei contesti ludici, speculativi e culturali che prodigamente riesce ad imbastire con cadenze settimanali, incorniciandoli nei siti di maggior spicco, della nostra città, per portanza storica ed artistica. Il LA per questa messinscena che riunisce artisti e professionisti di varia estrazione culturale, gli è stato fornito ‘sta volta, da Claudia Minciotti, Storica che aveva da poco tenuto un incontro studio, proprio sul tema della stregoneria in Umbria. Interessante è l’interazione, la contaminazione tra gli attori teatrali, i magistrati veri e gli avvocati: Ognuno nel suo, come si usa dire da noi, è riuscito a combinarsi magicamente con l’altro, a creare un componimento serio e divertente nello stesso tempo. Gli attori teatrali nostrani, con cui per la maggior parte ho condiviso tanti giorni di studio ed ore sulle tavole dei palcoscenici, sotto la guida del grande Artemio Giovagnoni e gli Attori deputati agli scranni delle Corti di Giustizia che conosco, per mia fortuna, solo di fama e di vista, si sono combinati fluentemente e senza rimarchevoli bisticci stilistici. Cosa assai rara se si pensa che già a mettere insieme i poeti e gli attori chiamati ad interpretare le loro poesie, si creano discrasie di notevole fatta!Una combinazione che ha richiesto lavoro ed impegno. Molti dei testi, tra cui la dichiarazione spontanea dell’imputata strega Matteuccia, ottimamente interpretata dalla brava Floriana la Rocca, erano scritti dagli interpreti stessi, come anche l’esilarante requisitoria dell’avv. Mirabassi. Merita un voto alto: Direi un 9. Mi chiederete perché non dieci? Ebbene per il solo fatto che mancava una regia; ma considerando che si tratta come sempre, di prestazioni non professionali né tanto meno retribuite e costruite in tempi brevissimi, la cosa è ampliamente perdonabile!

Volete sapere come s’è concluso il processo, dopo tutte le colorite testimonianze originali ma con le valutazioni dell’accusa e l’intervento pirotecnico, piacevolissimo della difesa, secondo la rivisitazione in chiave attuale ed occidentale? Ebbene, sì, con un ovvia e applaudita assoluzione.

Inquadramento storico di Claudia Minciotti, avvocato difensore Giampiero Mirabassi, presidente del tribunale Alberto Bellocchi, PM Giuliano Mignini, cancelliere Sandro Allegrini, testimoni popolari interpretati dagli attori Valentina Chiatti, Fausta Bennati, Mariella Chiarini, Leandro Corbucci, Gian Franco Zampetti, fra’ Giacomo Paris, Franco Piazzoli, Monica Arlotta, Nando Piselli; armigeri. Giuliano Raschi e Giulio Bartolucci. Floriana La Rocca è Matteuccia) Un evento culturale presentato in chiave di spettacolo, un processo ricostruito sulla base degli atti, pubblicati da Domenico Mammoli nel 1983. Una donna del popolo, Matteuccia di Francesco, accusata di stregoneria, rea confessa, viene condannata e messa a morte, sulla base di 30 capi d’imputazione, riuniti sotto il vincolo della continuazione. Giudicata sulla Piazza di Todi dal “Tribunale dei Malefici”, è condannata al rogo per ordine del capitano del popolo Lorenzo De Surdis, conservatore della pace di Todi e del suo distretto. Il tribunale pronuncerà la sentenza in nome dell’Accademia del Dónca.

 



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