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Tecniche di calcio nel karate

Creato il 07 aprile 2012 da Sportnutrizione

TECNICHE DI CALCIO NEL KARATENel Karate le tecniche di calcio (GERI WAZA) hanno la stessa impostazione di quelle di pugno. Nascono da una corretta posizione del corpo e non possono essere eseguite con movimenti precisi appresi in anni di allenamento.
Esistono diversi tipi di calcio e di tecniche di piede ma tutte si basano sul corretto utilizzo del movimento delle anche, fondamentale per l’apertura del colpo e per la velocità con cui viene eseguito.

Mae geri: calcio frontale
Mawashi geri: calcio circolare
Gyaku mawashi geri (o Ura mawashi geri): calcio circolare inverso
Yoko geri (o Sokuto geri): calcio laterale
Ushiro geri: calcio all’indietro
Ushiro ura mawashi geri: calcio circolare all’indietro
Otoshi geri: calcio all’ingiù (ad ascia).
Mikazuki geri: calcio a mezzaluna (dall’esterno all’interno)
• Gyaku mikazuki geri: calcio a mezzaluna (dall’interno all’esterno)
• Kin geri, Gedan geri, Kinteki geri, o Tsumasaki geri: calcio ai testicoli
• Mae tobi geri: calcio frontale in volo
• Mawashi tobi geri: calcio circolare in volo
• Yoko tobi geri: calcio laterale in volo
• Nidan geri: doppio calcio volante
• Fumikiri: calcio tagliente
• Fumikomi: calcio battente
• Kizami geri: calcio con la gamba anteriore
• Namigaeshi: calcio a onda di risacca

Le tecniche di calcio hanno il grande vantaggio di avere un raggio d’azione molto ampio e di poter essere eseguite senza dover aprire la guardia, peculiarità molto utili durante un combattimento e che se ben utilizzate possono creare il vantaggio necessario a garantirsi la vittoria. L’importante è non dimenticare mai che tutte le medaglie hanno un rovescio, e in questo caso e dato dalla minor velocità dell’attacco (se paragonata a quella di un pugno) e la possibilità di essere atterrati (e facilmente sopraffatti) con una spazzata.
Sembra anacronistico dirlo ma non esiste la tecnica perfetta, tutte hanno dei limiti e dei punti deboli e serve molta umiltà per capirli, accettarli ed imparare a sfruttarli. Ogni buon maestro insegna ai propri allievi sfruttando le conoscenze secolari della disciplina, cercando di istruirli al meglio per poter forgiare una nuova generazione di futuri maestri capaci di perfezionarsi e di perfezionare il Karate.
Un fatto importante nel karate è quello di stare a piedi nudi nello svolgere la lezione, una scelta tecnica e filosofica che risponde ad esigenze pratiche e concettuali risalenti ai lontani periodi dei samurai.
Le ragioni fisiche: il piede è ricco di ricettori tattili che permettono di conoscere la conformazione del terreno senza interventi della vista. L’adattamento alle caratteristiche del suolo viene avvertito dai recettori dei tendini e delle articolazioni, permettendo al corpo di risponde alle percezioni in maniera naturale. Mantenere la giusta posizione è fondamentale nel Karate.
Un’altra delle ragioni che chiariscono perché i praticanti di karate tradizionale non usino protezioni ai piedi affonda le sue radici nel passato, quando i samurai divennero imbattibili nell’uso della spada, si chiesero cosa sarebbe stato di loro se fossero stati sorpresi disarmati. Di qui la necessità di imparare ad usare il corpo come un’arma e vennero sviluppate le prime tecniche a mano nuda. La loro evoluzione, e quella delle forme di lotta che in esse si fusero, portò alla codificazione di sistemi di combattimento a mano disarmata sempre più complessi che scaturirono nel Jūdō, nell’aikido e nel karate (giapponese). Lo stare a piedi nudi è un segno di umiltà, rispetto e di volontà di affrontare l’allenamento con la mente vuota dalle preoccupazioni quotidiane.


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