Le tecniche di parata (UKE WAZA) sono la massima espressione della disciplina, il fulcro attorno al quale ruota tutta l’insegnamento. Proteggersi è il primo passo per vincere, non è quindi un caso che tutti i kata (serie predefinite di tecniche) inizino con una parata. Nel karate, come in tutte le arti marziali giapponesi, ogni attacco deve essere definitivo, ed è per questo che apprendere le corrette tecniche di difesa assume un importanza decisiva.
Ogni tecnica di parata deve essere eseguita con la stessa determinazione con cui si esegue un attacco, e deve essere eseguita al meglio per poter contrastare la potenza di un Geri (calcio) o la velocità di uno Tsuki (pugno). Ogni bloccaggio deve avere come fine, oltre quello di proteggersi, quello di mettere in difficoltà l’avversario e per riuscirci bisogna seguire una serie di regole:
• Per prima cosa bisogna valutare la distanza, la forza e le direzione dell’attacco.
• Bisogna applicare la parata giusta a seconda della zona che viene attaccata; Jodan uke (per il viso), Chudan uke (per il tronco) e Gedan uke (per gli attacchi verso il basso).
• Ogni tecnica di parata deve essere seguita da un immediato contrattacco.
• Una parata può diventare un attacco diretto al colpo dell’avversario.
• Non bisogna mai compiere movimenti inutili al fine di evitare sbilanciamenti e aperture della guardia.
Una parata non è solo un movimento, è una tecnica complessa e deve necessariamente essere efficace per evitare di subire danni. Per questo bisogna poter sfruttare la forza di tutto il corpo, partendo da una corretta posizione del corpo che permetta di ottimizzare l’energia generata dalla pressione dei piedi al suolo. Una volta che la forza delle gambe è stata incanalata si usufruisce della rotazione dell’anca e della contrazione addominale indirizzandole sul punto d’impatto per massimizzare l’effetto della tecnica di difesa.
Il polso, che fino a quel momento è rimasto rilassato, deve contrarsi e ruotare velocemente al momento del contatto per deviare l’attacco, aiutandosi con una veloce espirazione che scarica l’energia del movimento per evitare che si ritorca contro il karateca (KIME). In base all’energia dell’attaccante e di chi esegue la parata si può decidere se limitarsi a proteggersi o trasformare una tecnica difensiva in un attacco all’arto dell’avversario. Colpendolo con forza tale da infliggergli un danno e scoraggiarne un secondo assalto.
Le tecniche difensive permettono di proteggersi, contrattaccare o creare il presupposto per una rapida ritirata, ma devono sempre essere eseguite con accortezza al fine di non trovarsi svantaggiati dopo l’esecuzione. Bisogna evitare movimenti troppo ampi per non perdere incisività, e bisogna intercettare l’attacco prima che abbia raggiunto il pieno slancio per riuscire a neutralizzarlo senza incorrere nel rischio di riportare comunque dei danni. Tenete sempre gli occhi fissi su quelli del vostro avversario, non commettete l’errore di provare a seguirne i movimenti del corpo, l’espressione del viso e degli occhi vi diranno quando è il momento di reagire prima di quanto possano fare altri segni rivelatori.
Non perdete tempo a pensare a quello che state facendo, a cercare il movimento perfetto o a immaginarvi una strategia. Agite d’istinto seguendo come unico obbiettivo quello di difendervi e ricordatevi che una parata ben eseguita è il miglior modo per presentarsi ad un avversario.