Telecom e Alitalia: i privatizzatori pentiti.

Sono ormai anni che tutti i pensosi maestri e maestrini che impartiscono lezioni di economia all'Italia, nostrani e stranieri, ci dicono che, tra l'altro, due cose dobbiamo fare: privatizzare e liberalizzare.Chi non si adegua a tale pensiero dominante è visto come un patetico residuo della Storia, un retaggio delle ideologie del secolo scorso difficilmente spendibile nei salotti buoni.Tuttavia è bastato che, nei giorni scorsi, si sia materializzata la possibilità che Telecom e Alitalia, nel pieno rispetto delle regole del libero mercato, siano acquisite da capitale straniero ed ecco che le schiere dei privatizzatori e dei liberalizzatori si sono immediatamente quasi liquefatte, con buona pace per la coerenza e per il senso del pudore.Addirittura i giornali hanno speso pagine e pagine per contabilizzare con sdegno il numero delle grandi aziende italiane che, orrore, sono passate in mani straniere nel corso degli ultimi anni.Ci è anche toccato sentir dire che la perdita dell'italianità da parte di Telecom porrebbe in pericolo la privacy dei cittadini e la sicurezza nazionale, come se l'eventuale acquirente fosse non l'arcinota spagnola Telefonica ma una misteriosa Spectre intenta a prendere il dominio del mondo (e comunque non si capisce perchè mai dovremmo stare più tranquilli se i nostri dati personali corrono su rete Telecom anziché su rete Telefonica!!!).Per non parlare, poi, del tono sgomento utilizzato in alcuni TG per dire che, ove Air France acquistasse Alitalia, saremmo l'unico, tra gli otto Paesi più industrializzati al mondo, a non avere più una compagnia di bandiera.E allora, cari maestri e maestrini, a questo punto noi non capiamo più: privatizzare è un bene oppure un male? Le regole del libero mercato sono un toccasana oppure no? L'interesse nazionale non deve esistere più, ormai sacrificato ai dogmi dell'Unione Europea, oppure deve essere ancora tutelato?Perfino i privatizzatori a geometria variabile ci tocca sopportare!!