Telefonata Merkel-Napolitano: qualunque intervento per cacciare Berlusconi è stato provvidenziale!

Creato il 30 dicembre 2011 da Candidonews @Candidonews

Qualcuno in Italia storce il naso sulle ‘pressioni’ tedesche per il cambio di governo. ‘Lesa sovranità’ si va dicendo.

Non sapremo mai se Angela Merkel abbia davvero ‘sollecitato’ Napolitano a ‘cacciare’ Berlusconi. Sta di fatto che in Italia c’era un Premier incompetente, totalmente delegittimato in campo nazionale ed internazionale, capo di una maggioranza di inetti. Essersene liberati è un dono. Anche se il Governo Monti ci ‘mazzolerà’, anche se c’è stato un intervento della Merkel, anche se DIO ha telefonato a Napolitano. Qualunque intervento vi sia stato, è stato provvidenziale.

Il Governo Berlusconi non ha fatto nulla per scongiurare la crisi ed ha attirato gli speculatori nei tre mesi da incubo in cui è stato chiamato a fare due manovre, ritoccate ogni giorno con l’effetto di screditare tutto il Paese. Queste le due principali colpe dell’ex Premier. Aver trascurato l’allarme economia, attirando quindi gli speculatori e poi non essere stato in grado di fare le riforme necessarie per respingere il fronte speculativo.

Pagheremo carissima la totale inadeguatezza dell’esecutivo Berlusconi. Che sia maledetto!

La ricostruzione della telefonata Merkel-Napolitano
Una fredda sera d’ottobre, nella sua austera cancelleria, Angela Merkel fece una telefonata riservata a Roma, per salvare l’euro. Due anni dopo lo scoppio della crisi del debito nella piccola Grecia, era successo l’impensabile: gli investitori stavano scappando dal debito pubblico dell’Italia, una delle più grandi economie del mondo. Se le vendite non si fossero fermate l’Italia sarebbe precipitata, portando con sé la moneta comune europea.

Con la sua telefonata al palazzo del Quirinale, una volta residenza papale, oggi casa dell’ottuagenario capo dello Stato italiano, il presidente Giorgio Napolitano, Angela Merkel si mise su un terreno delicato. I leader europei hanno un patto non scritto: non intervenire nella politica interna l’uno dell’altro. Ma Angela Merkel stava gentilmente sollecitando l’Italia a cambiare il suo primo ministro, se l’attuale primo ministro – Silvio Berlusconi – non fosse riuscito a cambiare l’Italia.

Dietro la mossa [la telefonata] c’era la crescente impressione a Berlino che i paesi dell’eurozona non potessero fare tutto quello che volessero. Il premier italiano, Silvio Berlusconi, impantanato in scandali giudiziari e sessuali, imperturbabile nella sua fama di libertino, ha temperamento opposto a quello della sobria Angela Merkel, figlia di un pastore luterano.

Il fallimento di Berlusconi nel rianimare l’economia italiana stava mettendo in pericolo l’Europa. Così Merkel telefonò a Napolitano, l’uomo il cui incarico gli avrebbe conferito il potere di nominare un nuovo primo ministro, qualora Berlusconi avesse perso il suo sostegno parlamentare.

Merkel disse a Napolitano che gli sforzi dell’Italia per tagliare il deficit erano stati “apprezzati”, ma che l’Europa avrebbe davvero voluto vedere riforme più aggressive per far ripartire la crescita. Disse che era preoccupata che Berlusconi non fosse abbastanza forte da riuscirci.

Napolitano disse che il fatto che Berlusconi fosse recentemente sopravvissuto a un voto di fiducia per un solo voto “non era rassicurante”.

Merkel ringraziò il presidente in anticipo per il suo fare “quanto nei suoi poteri” per promuovere le riforme.


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