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Telejato sta per chiudere. Per chi non lo sapesse o non ci avesse mai fatto caso è una delle voci più libere e temerario della Sicilia. E’ la televisione regionale da cui Pino Maniaci trasmette i suoi tg antimafia che non temono nessuna minaccia e nessun bavaglio se non fosse che con l’era del digitale terrestre Telejato, così come tutte le 250 tv comunitarie sparse in Italia, potrebbe essere costretta a chiudere i battenti per l’impossibilità di acquistare le frequenze , perchè le frequenze costano molto.
12 lunghi anni di giornalismo made in Sicilia, giornalismo antimafia allo stato puro, c’è però chi non ci sta e fonda un comitato importante: «Salviamo Telejato» per «unire nella protesta tutte le voci dei territori in pericolo di oscuramento» e perché, spiega l’associazione, «con la sua storia, le sue battaglie, la sua valenza culturale, nel segno di Danilo Dolci, di Peppino Impastato, di Mauro Rostagno e di Giuseppe Fava, la sopravvivenza di Telejato è un segnale importante per la garanzia dell’esistenza di una libera informazione in un panorama controllato dalle mafie mediatiche».
Sul sito ufficiale della tv di Partinico e su Facebook si legge l’appello:
“Con la Legge Finanziaria 2011 (articoli 8,9,10) sono state di fatto abolite le televisioni comunitarie (250 in tutta Italia), e il Ministero dello sviluppo economico si è riservato il diritto di assegnare, a pagamento, tutte le lunghezze d’onda del digitale terrestre, eccetto che per le tre reti RAI, per Mediaset, per La 7, per Sky e per le società di telefonia mobile, cui le frequenze sono state assegnate gratis. Le altre utenze saranno assegnate dietro esborso di ingenti somme di denaro, attraverso graduatorie regionali formulate sul numero dei dipendenti e sulle proprietà immobili. E’ la fine quindi del volontariato anche in questo campo. Il tutto naturalmente nel silenzio tombale e il disinteresse di tutti i partiti politici.
Le restanti televisioni locali, altre 250 realtà, saranno in gran parte liquidate entro il 30 giugno 2012 per lasciare il posto alle grandi reti nazionali che trasmetteranno gratuitamente, e a pochi canali regionali che otterranno le frequenze pagandole fior di quattrini. Per chi ha accumulato proprietà immobiliari, audience e spinte politiche, è possibile permetterselo. Alla base di questa scelta ci sono solo obiettivi di carattere economico e commerciale, farcite da programmi demenziali per promuovere televendite, telegiornali pilotati dalle segreterie di partito, pubblicità a fiumi, mentre viene ignorata la qualità di ciò che è trasmesso e la capacità di sapere stare sul territorio per leggerne la storia e documentarne i problemi. Niente più spazi liberi e libera espressione delle idee, niente rispetto per l’art.21 della Costituzione, perché mancheranno gli strumenti per poterlo fare. La sopravvivenza di Telejato, con la sua storia, le sue battaglie, la sua valenza culturale, nel segno di Danilo Dolci, di Peppino Impastato, di Mauro Rostagno e di Giuseppe Fava è un segnale importante per la garanzia dell’esistenza di una libera informazione in un panorama controllato dalle mafie mediatiche. Il comitato SALVIAMO TELEJATO nasce oggi per unire nella protesta tutte le voci dei territori in pericolo di oscuramento; affinché le televisioni comunitarie e locali possano continuare a trasmettere e conservare il loro ruolo di strumento informativo locale; affinché sulle ultime redazioni libere, in particolare quelle impegnate in terra di mafia, non cali il silenzio e l’indifferenza, ovvero la certezza di essere eliminate fisicamente dalle mafie. Per questo si chiede la tua adesione. (inviare l’adesione a: comitato@telejato.it)”No related content found.
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