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Telepatia: una capacità sovrannaturale o un fenomeno naturale?

Da Psicosintesioggi
telepatia

Ci sono delle capacità umane, come la telepatia, non ancora spiegate scientificamente. Però, negli ultimi anni, grazie alle ricerche dello scienziato Rupert Sheldrake, il sapere su fenomeni quali la telepatia è andato via via crescendo.

Vi sarà capitato di pensare a qualcuno e successivamente ricevere una sua telefonata, oppure di avere un presentimento che si rivela reale, Tutte queste, che di primo acchito possono sembrare semplici coincidenze, invece, secondo Sheldrake, sono delle capacità dell’essere umano che in parte sono state trascurate e perdute. Sono capacità che si possono recuperare e coltivare.

Per alcuni sono considerate come esperienze paranormali, ma in realtà fanno parte della nostra natura biologica. Sono l’eredità di un lungo processo di evoluzione.

Sheldrake sostiene che tutti gli esseri viventi partecipano ad un più vasto e misterioso campo di energia che ne condiziona l’evoluzione e gli stessi comportamenti. In questo modo, è possibile scoprire un nuovo modo di intendere noi stessi, i rapporti tra gli uni e gli altri e con il mondo circostante.

Shaldrake, nelle sue ricerche, ha avuto modo di sottoporre attraverso il metodo della sperimentazione diretta e della rilevazione statistica fenomeni che appartengono alla nostra esperienza comune, come ad esempio: il sentirsi osservati a distanza;  il percepire l’arrivo del proprio cane verso la porta prima dell’arrivo del padrone; l’anticipare di qualche secondo la chiamata di qualcuno che non sentivamo da mesi, ecc.

In campo statistico si sono ottenuti risultati, su campioni vasti e popolazioni eterogenee, molto alti e significativi dal punto di vista scientifico. Il che lascia presupporre l’esistenza di un “campo” mentale che si estende al di là e ben oltre i confini del cervello stesso.

La mente si estende al di là del nostro cervello.

La telepatia non ha niente a che vedere con qualcosa di sovrannaturale e spiritualistico. È un potere naturale, legato alla biologia della mente, comune sia agli uomini che agli animali. In natura, il cosiddetto “sesto senso” è un fenomeno lungamente osservato e documentato. La telepatia, le premonizioni, l’empatia che si crea tra due perfetti sconosciuti potremmo tutte farle rientrare in un settimo senso. Se questo fosse vero, vorrebbe dire che la nostra mente fa parte di un campo percettivo potenzialmente più ampio di quanto comunemente crediamo. D’altronde, una scienza come l’Ecologia ci insegna che viviamo in un mondo di cicli naturali e di interrelazioni che si estendono dalla biosfera al pianeta, all’Universo intero.

Non siamo monadi isolate, ma facciamo parte dell’Universo

Shaldrake, all’inizio, è partito studiando il mondo vegetale. Chiedendosi cosa spingesse un singolo seme a organizzare il suo sviluppo e la produzione delle proteine necessarie nei suoi diversi stadi nella forma di fiore o di albero. Nessuno ancora lo ha scoperto. L’ipotesi di Shaldrake è che attorno ad ogni organismo vivente esiste un campo “morfico” o “morfogenetico”, dove è conservata la memoria collettiva della propria specie e con il quale ogni singolo individuo entra in risonanza. Di conseguenza, se questo è valido per le piante, apre delle prospettive strabilianti rispetto alla biologia evoluzionistica e al nostro modo di comportarci e rapportarci con l’ambiente intorno a noi. Questo appare ancora più significante, se consideriamo il fatto che non siamo delle monadi isolate, ma facciamo parte dell’Universo.

Sheldrake continua dicendo: “..e la cosa più straordinaria è che nella nostra vita e con i nostri comportamenti, entrando con il campo morfico, subiamo dei cambiamenti, ma contribuiamo anche a modificarlo. Il campo, di conseguenza, cresce, apprende e si evolve”.

La mente estesa – Rupert Shaldrake

Il Tao della fisica – edizioni Adelphi

La Biologia delle credenze – Bruce Lipton


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