Magazine Diario personale
Sez. Aspettando l'Apocalisse
Svolgimento
Vecchi, giovani che sembrano vecchi. Fra qualche anno questo posto forse sarà come i paesini di montagna in cui sono rimasti solo gli anziani e le targhette dietro le porte che ricordano la morte di altri anziani, i giovani in diaspora per il mondo. Le buche per le strade sono al loro posto, solo che con le piogge se ne sono aggiunte altre. Cattiva idea partire da un posto come questo in estate e tornare d’inverno, nemmeno il Natale porta un po’ di gente per i negozi, che hanno chiuso o affittato locali più piccoli; dentro, solo silenzio e scarpe tristi di due anni fa, quando qualcuno entra commesse annoiate spalancano gli occhi per lo stupore; fuori, si litiga per posteggiare auto che non ci si può permettere, si guardano le vetrine, si parla del tempo, il macellaio ancora qualche volta svalvola e si mette a lodare la sua salsiccia dal suo impiantino fai da te con amplificatore a transistor, l’edicolante invece se n’è andato, non si può più nemmeno passare e salutarlo o chiedergli che ne pensa di un libro, lui che per tanto tempo è stato l’unico a venderne qui.
Kylie Minogue balla e la riprendono da sotto, si vede dalla vetrina di un parrucchiere, sotto il televisore Katia taglia capelli per la quinta volta oggi: questi sono fini e sciupati, se le punte fossero doppie sarebbe già un successo, in questi casi lei adotterebbe la dicitura multiple. La cugina di un suo collega ha appena finito il master da infermiera specializzata in nonsocosa, porta in giro per la stanza dolci da offrire a tutti, la madre di un altro collega ne prende uno, non lo mangia, si sporca le mani e lui gliele lava, e poi ancora ne afferra un altro e suo figlio la pulisce, e poi un altro e lui la prende quasi di peso e la porta in bagno ancora una volta, rimproverandola come probabilmente lei faceva con lui da bambino. Katia sente di un’altra che studia fuori, proprio quella a cui sta facendo i capelli, che ora ha finito di tagliare e sta asciugando, e il suo collega la prende in giro –tu sempre qua sei!. Ma lei si ritiene fortunata, acconcia capelli, riesce a vivere con il suo stipendio senza chiedere ai genitori, esce con il fidanzato, compra regali di Natale. Stamattina nella sua strada hanno trovato un cadavere carbonizzato. Ma il fetore di morte che si respira nell’aria è un altro, il paese che ora è un agglomerato urbano che assomiglia a una città si succhia energia da solo, pian piano qui si annega nella noia e nella disillusione. Forse si voleva cambiare qualcosa, ma si sta sempre alla finestra ad aspettare che qualcun altro si muova. Nel frattempo, ci si lamenta. E si muore lentamente.
BV
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