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Tema: Ermelinda e il Re di Tebe

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Tema: Ermelinda e il Re di TebeNel tempo mi sono abituata agli imbarazzi che mi crea mio nipote. Io gli voglio bene e basta. Ma non è una attività semplice. Ad esempio faccio fatica a spiegare il suo lavoro, a convincere le mie amiche a fare uno sforzo che le porti un po' oltre alla semplice definizione di "dottore dei matti". L'utilità di un dottore che non ti provi neanche la pressione non è cosa da poco da far digerire a Gina o Pina. Così come tentare, tutte e tre insieme, di capire cosa sia questo tanto decantato complesso di Edipo!Siamo tutte appassionate di divulgazione scientifica, modello rivista in allegato al quotidiano, ma quando abbiamo cercato di farci raccontare di più da mio nipote, questo ha alzato gli occhi al cielo, si è fatto serissimo e scontroso, e ci ha redarguito fino a stordirci. Dice lui per la necessità di restituire dignità al mito e potenza tragica al personaggio.Cominciamo subito col dire che il destino di Edipo parte già male, prima ancora che lui nasca. Il padre, Laio, re di Tebe, rapisce l'adolescente Crisippo (in Grecia non ci sono ragazzi o giovani, ci sono solo adolescenti) e ne fa il suo amante, attirandosi le ire della madre di Crisippo, Penelope, che malidice lui e tutta la sua discendenza. Morto Crisippo, Laio accetta suo malgrado di sposare una donna e si prende Giocasta, chissà magari confidando nel detto "nomen omen" e lo lasciasse in pace. Come se non bastasse arrivano due oracoli ad avvertire Laio che sarebbe meglio non facesse figli: uno gli porta come scusa la salvezza di Tebe, l'altro gli dice che, se fa un figlio, questi un giorno lo ucciderà. Insomma: gli avevano detto già tutto, lui partiva con le migliori intenzioni, ma niente. Colpa del vino che beve la sera delle nozze, colpa di Giocasta che si era stufata del nome, Laio si distrae e nasce Edipo.Il neonato, ovviamente, viene subito abbandonato, prima però gli trafiggono i piedi (non si sa mai che possa morire più in fretta). Poteva finire male per il piccolo Edipo, il cui nome vuol dire appunto "piedi gonfi". Invece viene adottato dal re di Corinto, un altro che se non beve è meglio, perché alla prima sbronza confessa a Edipo di non essere il suo vero padre.
Alla notizia, il giovane parte alla volta di Delfi per interrogare l'oracolo sull'identità del padre. Nel frattempo anche Laio decide di andare dall'oracolo. I due si incontrano lungo uno stretto sentiero, bisticciano su chi dei due debba passare prima e scatta l'omicidio! Gente fumantina questi greci. Edipo, a questo punto, libera la città di Tebe dalla presenza invadente di una Sfinge con la sindrome da Carlo Conti in un pre serale di Rai Uno (ha una domanda a cui nessuno riesce a rispondere) e così in un sol colpo trova una corona e una moglie. Solo che questa moglie è la madre Giocasta. Le nozze incestuose attirano su Tebe un'epidemia, segno evidente dell'ira divina. Alla ricerca della cause di sto sfacelo, Edipo chiede lumi ad un indovino che gli svela la vera natura di Giocasta. Apriti cielo! la donna corre ad impiccarsi per la vergogna, mentre Edipo si acceca perché "aveva visto ciò che non è lecito vedere". Gina e Pina a sto punto della storia eran tutte un ciondolar di testa come a dire che non c'era altro da fare, ma di questo il mito se ne infischia.
La disperazione di Edipo dura tutta la vita, passata in esilio a maledire se stesso e i propri figli (pare fosse un vizio dei greci distribuire le disgrazie tra i parenti), Eteocle e Polinice, i quali, per non starsene mani in mano, si ammazzano tra di loro per regnare su Tebe.Nella trasposizione psicologica, il complesso di Edipo è una fase del tutto naturale dello sviluppo infantile: il bambino desidera uccidere il padre per appropriarsi della madre; le bambine vorrebbero sotterrare la madre per godersi tranquille il loro papà. Tutto normale insomma. I guai vengono dopo. Se infatti i killer in erba e a piede libero non riescono a compiere la strage dovranno affrontare problemi ben più seri legati alla propria identità sessuale. Il perché è rimasto nelle fumose metafore di mio nipote. Come risolvere il problema? La soluzione viene da sé con l'adolescenza, in cui il ragazzo compie solo idealmente l'omicidio: "Non ti uccido, ma tu papà mi compri la moto". la conferma dell'avvenuto superamento del morboso desiderio di possedere la madre si ha quando il ragazzo inizia ad interessarsi ad altre donne. Se confessa di voler far da grande il creatore di moda o l'assistente di Lady Gaga, invece, occorre armarsi di pazienza ed iniziare a pensare a una vecchiaia senza nipotini.

Ermelinda Frangisponde


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