Magazine Diario personale
Svolgimento
Incredibile, il motore è partito al primo giro di chiave - tolta la patina di polvere depositata negli anni sembra quasi nuova. Il colore ancora quello: azzurro (mamma non era tanto convinta. Lei avrebbe preferito una tinta più sobria, più adatta alla famiglia). E’ bastato poi solo ruotare la vite del carburatore per eliminare gli scoppiettii della marmitta.E’ ancora perfetta; la valigia di vimini intrecciato, che con poche lire in più potevi avere come optional, riposta nel bagagliaio - la si fissava con delle cinghie di cuoio, dietro, all’esterno, su un supporto di metallo cromato, ormai ossidato, sistemato sulla feritoia per il raffreddamento del motore. In quattro ci si stava più che comodi.Di solito andavamo per le vacanze estive. A volte anche a Natale, quando non era troppo freddo.Papà, messa da parte la formalità del lavoro d’ufficio, alla guida in maniche di camicia - i bottoni del colletto aperti, i suoi baffi curati e neri -, mamma accanto (i capelli raccolti in un foulard che le avvolgeva anche parte del collo, ma il vento che entrava dal tetto con la cappotta ripiegata le spostava lo stesso qualche ciocca davanti al viso e allora con un movimento cercava di contenerle). Ogni tanto si girava un attimo a sorriderci, a volte la sua mano si fermava su quella di papà appoggiata sulla leva del cambio. Le dita intrecciate.Io e mio fratello sul sedile posteriore.La guida tranquilla, i paesaggi scorrevano non troppo veloci, lasciandoci il tempo di ammirarli da dietro il vetro del finestrino, e intanto ci addentravamo sempre di più lasciando il mare alle nostre spalle, fino a che non scompariva del tutto - ma a giocare con la sabbia o a fare il bagno potevamo andarci quando volevamo, a me non dispiaceva (lo avremmo rivisto in lontananza dall’alto del belvedere del paese, nelle giornate particolarmente limpide).Percorrendo strade poco trafficate ci fermavamo a mangiare le mandorle, non che in città non ce ne fossero, ma raccolte direttamente dagli alberi che crescevano nei campi ai bordi avevano un altro sapore. Un rituale, segno che ormai mancava poco, e ne approfittavamo per sgranchirci e rinfrescarci un po’. Io ne ero particolarmente ghiotto, e anche mio fratello. Lo so perché quello era uno dei pochi momenti del viaggio in cui si svegliava. Non lo disturbavano nemmeno le grattate del cambio quando papà scalava per affrontare i tornanti, nemmeno il clacson quando entravamo nel silenzioso centro abitato.
“Se mi prometti di non superare i 70 Km/h allora va bene”, disse mio padre non senza preoccupazione una sera.Ero fresco di diploma e di patente, insistetti tanto per potere avere la macchina e andare da solo con il mio migliore amico - con lui il viaggio sarebbe stato diverso. “Però tagliati i capelli” aggiunse mentre guardava di sottecchi mia madre.Scattai dalla sedia e, ancora incredulo, stampai un bacio sulla guancia della mamma. Immaginavo che il merito dovesse essere suo.Arrivare al paesello. Il rombo del motore tra i vicoli che subito svanisce una volta passati. I contadini curvi sui pomodori, le donne che stendono i panni, i bambini che corrono dietro un pallone. Suonare qualche colpetto attira la loro attenzione. Qualcuno si porta la mano alla fronte per oscurare un po’ il riverbero del sole e vederci meglio, altri la agitano in segno di saluto. Bello essere per un attimo il protagonista.Ma quanti anni saranno ormai. Papà l’ha tenuta proprio bene. C’è perfino la benzina. Chissà se tutto è come allora.Il mare è lontano e la cappotta ripiegata sul tetto. Ai lati della strada guard-rail e sparuti ciuffi di ginestre sui muretti di cemento. Le mandorle le compriamo da un contadino che ne ha un cesto pieno.Un centro commerciale al posto dell’abbeveratoio dove le donne andavano a lavarsi i capelli con l’acqua della sorgente. Poi la rocca e il suo castello. Più in basso la borgata è una distesa di tetti spioventi. Il corso principale lastricato di rocce bianche e l’oratorio dove i pomeriggi aiutavi gli scolari a fare i compiti. La piazza e le linee essenziali della chiesa e il caffè con i tavolini fuori. Quando ti ho incontrato la prima volta eri seduta lì.Michele Reale
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Coming Soon: TGS Guildford 2015
CoulsdonNei giorni scorsi abbiamo visitato in successione Coulsdon, Caterham, Tonbridge e Tunbridge Wells: concludiamo oggi in bellezza la rassegna dei centri... Leggere il seguito
Da Tgs Eurogroup
DIARIO PERSONALE -
Tutto in una noce: usi, ricette, curiosità, stregonerie
Quante curiosità, usi, leggende sono legate alle noci, frutti sentinella dell’autunno? Queste sono le prime noci cadute nel nostro campo, ancora racchiuse nel... Leggere il seguito
Da Berenice
DA CLASSIFICARE -
Evitando le buche più dure...
"Ma sei sempre in giro?!?""Ebbene si, ma se potessi, sarei in giro molto di più!"Ammetto che il mondo visto dalla finestra, è molto meno interessante di quello... Leggere il seguito
Da Patalice
DIARIO PERSONALE, PER LEI, TALENTI -
Oroscopo di Ninà
Influenze. Così le chiamano. Non sono quelle della febbre alta - quasi 40 gradi e pensiamo di stare già all'inferno - sentiamo le ossa spezzate. Peggio. Leggere il seguito
Da Aperturaastrappo
MUSICA, RACCONTI -
Il Brasile, vi invita a provare la sua Luna di Miele
Secondo una ricerca che è stata condotta da Facebook Data Team del 2014, gli italiani sono campioni di viaggi a lungo raggio durante la luna di miele, al second... Leggere il seguito
Da Cassandramagazine
DA CLASSIFICARE -
nuova uscita Emma Books: Spiral
Titolo: SPIRAL - #3 GD TeamAutore: Monica LombardiCollana: ROMANTIC SUSPENSEEditore: Emma BooksFormato: LSinossi: Ariel Levy, detto Digger, ha sempre difeso la... Leggere il seguito
Da Stefania2012
DA CLASSIFICARE